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Addio Masotti, la Cdl al voto senza tv

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Chiuso anche l'ultimo programma Rai non di sinistra. Resta soltanto l'equidistante «Porta a Porta»

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Con un esercito di giornalisti, opinisti, comici d'assalto. Da Santoro a Biagi, dalla Guzzanti a Luttazzi. Oggi, alla vigilia delle politiche del 2006, al loro posto ci sono altri della stessa area politica, come Giovanni Floris e Maurizio Mannoni, mentre da parte della maggioranza si sta ancora cercando il Santoro della destra. Non solo, ma dopo l'estromissione di Giovanni Masotti, il centrodestra non ha più trasmissioni di «area». La Cdl quindi si presenta alla vigilia della campagna elettorale, senza un programma d'attacco che, come fa Floris per il centrosinistra, sostenga in un certo senso le opinioni della maggioranza. Insomma, la Rai arriva alle lezioni deberlusconizzata, con gli equidistanti Bruno Vespa e Anna La Rosa a gestire (bene, da professionisti della par condicio) l'informazione politica. E il Santoro della destra? Un miraggio, una chimera, un sogno ormai tramontato. Antonio Socci, che con Excalibur è stato il primo a tentare di impersonare il Santoro della destra, ha retto per un anno intero con varie polemiche e pochi mezzi, ma poi è stato fatto fuori alla seconda prova: «Sto ancora aspettando di sapere perché mi hanno fatto fuori», si limita a dire ora che dirige la scuola di giornalismo di Perugia. Dopo Socci, il tentativo si è fatto con altri, sperimentando al posto di Biagi, Pigi Battista, Oscar Giannino e poi Riccardo Berti. Niente da fare. Allora, si è giocata la carta Gigi Moncalvo, ma qualcuno ha avuto paura. «La Cdl ha sbagliato, non si può improvvisare un Santoro della destra, va cercato tra i giovani che lavorano nelle Tv private e sostenuto, fatto crescere», sostiene lo stesso Moncalvo che ora conduce «Confronti» su RaiDue alle 23 il venerdì. E attacca: «Non solo, ma ha sbagliato due volte. Prima di tutto perché sottovaluta il fatto che Vespa, Floris e lo stesso Santoro hanno funzionato e funzionano anche per la squadra che hanno dietro e che non si costruisce in due giorni. La Santoro factory si è dissolta ormai, non c'è più nessuno a RaiDue. E poi, se il centrodestra non ha un one man show tutto suo, deve cambiare schema, giocarsi la formula dei due faziosi in campo. La formula di Ferrara insomma. Veneziani a suo tempo propose una duetto tra me e Santoro o tra me e la Berlinguer, ma l'operazione non è riuscita. Un programma "bomba"? Con Santoro e Ferrara insieme. Ascolti record e ospiti tutti morti». Insomma, per Moncalvo l'occasione è persa? «La destra rischia di perdere l'occasione, perché non si può improvvisare una trasmissione di questo tipo...». In Rai del problema si discuterà in CdA e Alessio Butti di An chiede che il caso venga subito portato anche in Vigilanza. Ma mentre il consigliere (FI) Giuliano Urbani si schiera «contro la Tv faziosa alla Santoro, un genere di informazione che abbiamo combattuto sempre», convinto che gli elettori del centrodestra «preferiscano invece una Tv meno urlata che serva a comprendere i problemi», il consigliere leghista Giovanna Bianchi Clerici, ammette che «l'urgenza adesso è di risolvere il problema Masotti e della sua successione», ma aggiunge che da gennaio in poi «il CdA si impegnerà ad ampliare l'offerta informativa. Quindi si parlerà di Santoro e di altri, senza preclusioni». Se il Santoro della destra non si è trovato asssolutamente nel corso del governo della Cdl, «è probabile che venga fuori se a vincere le elezioni sarà il centrosinistra», aggiunge tra il serio e il faceto il consigliere di Rifondazione Sandro Curzi. «In ogni caso io mi impegnerò affinché l'azienda trovi e si coltivi anche un Santoro di destra, oltre a riprendere quello di sinistra - sottolinea Curzi - perché sarebbe veramente un'operazione fatta nell'interesse dell'azienda».

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