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An boccia l'ennesima svolta di Fini

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Alemanno: «Se si parla di diritti individuali da non discriminare sono sufficienti le norme esistenti»

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Sulla questione dei Patti civili di solidarietà e unioni di fatto in molti dentro al partito non sono d'accordo completamente con quanto sostiene il suo leader. «Non bisogna giocare sull'equivoco», sostiene infatti il ministro delle Politiche agricole e forestali Gianni Alemanno, il quale è convinto che «se si parla di diritti individuali da non discriminare sono più che sufficienti le norme costituzionali e del Codice civile che garantiscono i diritti della persona umana in qualsiasi contesto, comprese le unioni di fatto, ed è a questi diritti che Fini ha fatto riferimento ieri, ribadendo la volontà di An di non discriminare nessuno». Ma avverte che, essendo l'argomento così delicato, già parlare di «norme ulteriori per la promozione di altri modelli» apparre come un tentativo «di trasferire ad altre unioni dei diritti che la Costituzione riconosce soltanto alla famiglia fondata sul matrimonio». Insomma, secondo Alemanno, bisogna stare molto attenti a parlare e mette le mani avanti sulle eventuali speculazioni della sinistra. Anche Teodoro Buontempo teme le conseguenze politiche dell'uscita di Fini e difende le tradizioni cristiane del popolo italiano e del partito: «Le conseguenze del discorso del leader dipenderanno dagli sviluppi che avrà la vicenda. Ci saranno, se Fini devierà dal corso della nostra storia e dalla tradizione delle radici cristiane della società. Bisogna capire da ulteriori precisazioni cosa voleva dire davvero Fini». Più pesante il commento di Giulio Maceratini, leader storico del Msi e di An, che esprime «vivissimo disagio» per le dichiarazioni di Fini sui Pacs. «Le dichiarazioni di Fini, qualora non smentite - sostiene - disorientano l'elettorato di Alleanza Nazionale perché non rappresentano le posizioni politiche e culturali che fanno riferimento ai consolidati valori della Destra nazionale». Maceratini ritiene che «un chiarimento definitivo sia necessario, pena l'abbandono dell'elettorato, sempre più confuso e disorientato da affermazioni reiterate ed univoche». Il consigliere comunale romano di An Luca Malcotti non ammette alcun equivoco. Per lui «dire che la legge sulla Famiglia di Storace è discriminatoria è come dire che le misure sociali per i senza fissa dimora sono discriminatorie nei confronti di chi ha la casa. È una legge sulla famiglia e, con buona pace dei Ds, l'unione tra gay non è una famiglia. I pacs, invece, sono un surrogato del matrimonio e ne sono la versione grottesca».

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