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Pera: «La riforma elettorale sarebbe inutile e sbagliata»

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È stato un discorso a tutto campo quello del presidente del Senato Marcello Pera che ha animato la giornata conclusiva della Scuola di Formazione di Forza Italia a Gubbio. Primo il tema della leadership. Pera definisce «surrettizio» il dibattito interno nella Cdl che vuol partire dal problema della leadership, così come quello che parte da «una formula vuota» come è quella del Centro. «Uno può onestamente pensare — ha aggiunto — che un leader abbia più appeal elettorale di un altro ma nessuno può ragionevolmente credere che solo il cambiamento di leader, lasciando tutto il resto inalterato (supposto che si potesse lasciare inalterato) conduca una coalizione alla vittoria. Le elezioni politiche sono una competizione di programmi e di credibilità. Se il programma — avverte Pera — è convincente e il leader lo presenta in modo credibile, il resto viene da se». Poi l'attacco alla proposta dell'Udc per il proporzionale. Sarebbe sbagliata una riforma elettorale che, alla Camera, «capovolgesse il rapporto tra quota maggioritaria e quota proporzionale». E spiega il suo no. «Quella proposta, primo -fa notare- creerebbe due maggioranze diverse nei due rami del Parlamento. In secondo luogo, a destra come a sinistra, aumenterebbe la conflittualità tra gli alleati, tanto più impegnati a farsi concorrenza quanto più il grosso dei loro parlamentari dipenderebbe dalla quota proporzionale». Ma apre al proporzionale purchè non si tocchi il bipolarismo e venga rafforzato la coesione delle coalizioni. «Se c'è una conquista che dobbiamo mantenere e che da noi è arrivata persino più tardi che in Giappone -avverte Pera- è la democrazia bipolare e dell'alternanza». «Non c'è dubbio -fa notare il presidente del Senato- che il maggioritario scelto dall'Italia per realizzare la democrazia bipolare dell'alternanza sia uscito storto. Ma non si può ovviare con la proposta di capovolgere, alla Camera, il rapporto tra quota maggioritaria e proporzionale». Pera poi affronta il tema del partito unico per dire che si è «ancora in tempo» per farlo prima delle elezioni, ed «è necessario che Forza Italia riprenda l'iniziativa». Solo se si costruisce «la casa comune - ha aggiunto - si può discutere di tutto». Pera affronta anche la questione del «meticciato». Anche l'Europa è «meticcia», perchè è figlia di tre città che si sono mischiate, Atene, Gerusalemme e Roma, ma questo non significa che essa abbia una identità «generica, debole, vaga». Pera ha invitato a mantenere e difendere la nostra identità per poter «integrare» gli immigrati. In tal senso non serve nei loro riguardi «tolleranza», bensì «rispetto», che però va richiesto anche a chi viene a vivere in Europa.

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