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E Bertinotti si fa il film elettorale

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Si presenta oggi al Lido il viaggio e la campagna per la candidatura del segretario di Rifondazione comunista alle primarie dell'Unione. E visto che siamo nel regno italiano del grande schermo, al fianco del candidato Bertinotti, ci sarà Alessandro Piva - regista de Lacapagira e Mio Cognato, già protagonista della campagna per Nichi Vendola alle regionali pugliesi - che presenterà il video «Alta velocità», realizzato dalla società Proforma, a supporto della campagna «voglio Bertinotti Presidente». Piva è uno che voterà alle primarie e «voterò Bertinotti». Oggi sì perché se avesse dovuto decidere un po' di tempo fa «non lo avrei votato». Il segretario di Rifondazione lo ha conquistato, complice «la latitanza della sinistra in quel triste momento datato G8 di Genova» che ha «traumatizzato il mio sguardo sulla sinistra italiana». «Rifondazione in quei giorni è stata all'altezza del suo ruolo». Piva ha piazzato camera e riflettori alla stazione Termini nel periodo di Ferragosto. «Abbiamo bivaccato per tre giorni - dice - nella più grande stazione d'Italia per raccontare bisogni, lamentele e aspirazioni della gente comune». Tre giorni durante i quali «abbiamo intercettato in maniera casuale migliaia di persone». Pendolari, studenti, anche «persone sull'orlo della pressione psicologica e della disperazione, che vive ai margini», tutti con «un forte bisogno di raccontarsi». È il film sul voglio collettivo. Dieci minuti e nessuna censura, promette il regista Alessandro Piva. Nessun taglio imposto da Bertinotti, assicura. Su 4mila «intercettati», in cento hanno sopravvissuto al montaggio. «Tutti aderiscono al patto dell'Unione - racconta Piva - molti sono prodiani o non esplicitamente bertinottiani, tutti vedono con simpatia Bertinotti». Anche Diego Novelli, storico sindaco di Torino: «Ci ha detto - ricorda il regista di "Alta velocità" - che in Italia c'è un gran bisogno di pre-politica, ovvero di iniziare a pensare a un governo pulito, poi a tutto il resto». Qualcuno è rimasto impresso nella mente del cineasta, «i tanti coetanei - (lui ha 39 anni) che non possono programmare il loro futuro, il matrimonio». I «voglio» sono scontati, ma di sicuro effetto. «Se avessimo girato questo cortometraggio un po' di tempo fa, temi come l'ecologia, lo sviluppo sostenibile e il no alla guerra sarebbero emersi con più frequenza - spiega - Oggi, invece, si chiede a Bertinotti lavoro, formazione, diritto allo studio. Molti hanno sottolineato il bisogno di marcare più efficacemente nelle strategie del futuro la differenza tra destra e sinistra. Molti hanno espresso il bisogno di capire». E come in un film che si rispetti, il finale è a sorpresa: «Credo in una rafforzamento di Bertinotti rispetto agli ultimi risultati che suonerà come messaggio chiaro. Vedo Bertinotti sulla soglia del 25 per cento delle presenze». Sarà soltanto un film?

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