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Credibilità internazionale, le bastonate del Ft

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Sono stati infatti una quincidina circa gli articoli del quotidiano inglese che hanno avuto come oggetto la politica economica del governo da quando Siniscalco guida il dicastero di via XX Settembre. Il primo è arrivato prima ancora della sua nomina (anche se era direttore generale del ministero) e subito dopo la defenestrazione di Tremonti, il 6 luglio 2004. L'Ft scriveva che senza di lui sarebbe stato «più difficile fare in Italia le riforme strutturali». L'8 luglio il giornale parlava di rischio declassamento. Il 14 luglio avvertiva: «Il rischio per l'Italia non è un crollo del mercato ma una costante erosione della sua posizione di bilancio». Il 2 agosto il quotidiano della City ammoniva: «La credibilità degli obiettivi del governo poggia in larga parte sui dettagli della prossima finanziaria che i quattro partiti della maggioranza negozieranno nei prossimi due mesi». Il 25 agosto gli ha chiesto di chiarire l'uso strategico dell'uso delle risorse derivante dalle cessioni, mentre il 29 settembre sottolineava come «è tuto da vedere se il governo potrà permettersi di farsi regali al popolo italiano». e richiamava a fare una vera privatizzazione della Rai. E il 29 novembre, proprio a proposito delle cartolarizzazioni, definiva l'attività una «controversa pratica» e conteneva una critica di Standard and Poor's. il 7 dicembre un articolo dal titolo eloquente: «Bruxelles solleva dubbi sulle cifre ufficiali del bilancio italiano». Il portavoce della Ue era costretto a confermare. Il 15 marzo nuova critica: «Eccitante il prossimo anno in Italia ma la performance economica è stata deludente». Ed esprimeva «preoccupazioni circa l'arresto della crescita economica e la perdita di competitività». Il 6 aprile nuovo monito: «L'Italia ha urgente bisogno di riforme». Il 18 aprile: «Il governo di Roma ha ancora tanto da fare, in ogni settore, dalla liberalizzazione del lavoro e dei mercati al finanziamento dell'istruzione». Il 16 maggio attacca il commissario Almunia: «L'Italia la smetta di criticare gli altri e faccia le riforme». E il 9 giugno gli chiede di mettere in ordine i conti.

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