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Il «contratto con gli italiani» va all'asta

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Sul sito e-Bay. La prima offerta è meno di due euro, ma nessuno (finora) lo vuole

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Venerato, adorato. Tradito dai collezionisti di cimeli e dai veneratori di reliquie. La conferma arriva da Internet, da "E-bay", il più noto sito di aste telematiche, dove si raccatta di tutto, dagli elettrodomestici usati alla casa dell'infanzia di Papa Ratzinger. La gente, a suon di sostanziosi rialzi e a colpi di clic sul mouse, si contende motorini, impianti hi-fi, lavatrici, forni a microonde, play station e camere da letto. Ma nessuno è disposto a sborsare un centesimo per un "pezzo" di premier, una reliquia da venerare e mostrare, semmai orgogliosi durante una cena del lunedì, agli amici. Insomma, non ci sono santini che tengono. Un esempio? Sul sito è in vendita dal 7 settembre una copia del famoso contratto con gli italiani all'incredibile (sotto)costo di appena 1 euro e 99 centesimi. Un affare? Macché, non lo vuole nessuno. Finora non c'è stata alcuna richiesta e sicuramente non ce ne saranno entro i prossimi 9 giorni che restano alla chiusura dell'asta. E pensare che nelle note che accompagnano il prodotto, il "fortunato" padovano possessore del cimelio è disposto a spedire il reperto in tutto il mondo con un piccolo contributo in più per le spese di spedizione. Non va meglio al possessore del documentario su Berlusconi censurato in Italia, assolutamente da vedere. Non ha solleticato la voglia di alcun acquirente nonostante il prezzo competitivo: 2 euro e 50 centesimi. Dal 7 settembre nessuno si è fatto avanti. E nessuno ha fatto offerte per i vari libri più o meno seri usciti su o contro il presidente del Consiglio, entrambi con base d'asta di 5 euro. E non c'è estimatore di Forza Italia che abbia mosso un dito, seppure virtuale, per l'asta su 14 cartoline di Berlusconi con i famosi slogan delle elezioni 2001. AAA… per questi oggetti cercasi «azzurri» disposti a spendere 10 euro. Ma se Berlusconi non è un affare, per il mondo di Internet, Romano Prodi è come se non esistesse. Non c'è sfida. All'asta c'è soltanto una foto autografata dal professore aspirante leader, vanto di un anonimo cittadino di Bonn in Germania che ha deciso di piazzarla a 19 euro. Un investimento non apprezzato: dal 6 settembre zero offerte; ma c'è da affrettarsi visto che mancano 8 giorni alla chiusura dell'asta. Sul leader dei Ds, Fassino, invece, c'è appena una mezza pagina web: due tessere Ds del 2003 e del 2004 in vendita a 3 euro ciascuna. Una soltanto l'offerta e senza rialzo sul prezzo di partenza. Il leader di An, invece, almeno può contare un estimatore che con 5 euro e 99 centesimi, ma anche qui non c'è rialzo, vorrebbe far sua la videocassetta «Fini, gente con l'anima». Impietosamente bocciati dal motore di ricerca, invece, Bertinotti, Rutelli, Follini, Casini, Di Pietro e Mastella: zero risultati. Non c'è nulla da vendere. Eppure ce ne sarebbero di cose. Per esempio, se Roberto Del Bosco decidesse di mettere all'asta il treppiedi con il quale colpì Berlusconi in piazza Navona a Roma sarebbe sicuramente un uomo ricco. Un consiglio a chi si ritrova un capello del premier: fatevi avanti; l'affare è sicuro.

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