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Ma l'Unità torna a temere Silvio

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In prima pagina, a firma del direttore Antonio Padellaro, compariva un editoriale dal titolo eloquente: «Elogio di Silvio Berlusconi». L'articolo, un'accurata analisi del berlusconismo, conteneva in realtà un'allarmante profezia: per le politiche 2006 Berlusconi è tutt'altro che spacciato anzi, secondo Padellaro, rischia di vincere nuovamente. «Come si fa - si domanda il direttore dell'Unità - a non vedere che ha ancora in mano le carte migliori?». E poi rivolto al «grillo parlante» della Cdl Bruno Tabacci: «No, caro Tabacci, rischiamo grosso anche stavolta». Scaramanzia? Tentativo di esorcizzare i fantasmi di una sconfitta che sembra impossibile? Oppure il tentativo di impedire che l'Unione si culli troppo sugli allori? Niente di tutto questo. Forse dietro le parole di Padellaro, si nasconde la semplice paura di chi pensa seriamente che le politiche 2006 sono tutt'altro che decise e, alla fine, la celebre «fortuna» berlusconiana, o se preferite il suo impero economico e mediatico, avrà ancora una volta la meglio sulle potenti «armate rosse». Un'ipotesi, se non fosse per le parole pronunciate in serata da Massimo D'Alema. Ospite del premio Capalbio, il «leader maximo» ha ammesso che «Berlusconi rappresenta il punto di equilibrio nel centrodestra tra Udc e Lega. Onestamente, non credo che si possa cambiarlo oggi. È l'unico in grado di tenere unita la Cdl». Parole di elogio che, in bocca a D'Alema, sono suonate un po' strane. Forse per questo il presidente dei Ds ha subito aggiunto: «Un compromesso è difficile da trovare. Dovrebbero trovare uno credibile, uno che abbia qualche possibilità di vincere altrimenti a 6 mesi dalle elezioni sarebbe un suicidio totale. Comunque non credo che possano trovare questo demiurgo che tiene la coalizione insieme».

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