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Il Meeting del dialogo tra i Poli

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Innanzitutto perchè, quello che si apre domenica a Rimini, sarà il primo dopo la morte di don Luigi Giussani, il fondatore di Comunione e Liberazione. Proprio lui che l'anno scorso, salutando la platea di Rimini, disse: «Grazie a tutti e arrivederci all'anno venturo», non ci sarà. Al suo posto ci sarà don Julian Carron il sacerdote spagnolo che, proprio da Giussani, ha raccolto il "testimone" alla guida di Cl. E, assieme a lui, ci saranno anche tutti coloro che, da 26 anni a questa parte, permettono al Meeting di esistere. Si tratta soprattutto di volontari e i numeri, anche quest'anno, sono già da record: 113.000 mq di spazi occupati (13.000 in più rispetto alla scorsa edizione) e 2.850 persone che, per tutta la settimana, si metteranno gratuitamente a disposizione, per consentire lo svolgimento della manifestazione. Anche quest'anno il parterre politico della manifestazione sarà di tutto rispetto, confermando la tradizione che vede nel Meeting l'appuntamento che sancisce la "ripresa" della politica dopo la pausa estiva. Così, fino al 27 agosto, politici, esponenti del mondo economico e di quello culturale, si confronteranno sul tema della libertà che, come dice il titolo di questa XXVI edizione (ripreso dal Don Chisciotte di Cervantes), «è il bene più grande che i cieli abbiano donato agli uomini». Ad aprire il Meeting di Cl, sarà il presidente del Senato Marcello Pera che parlerà di "Democrazia e Libertà". In realtà si tratta di un ritorno visto che l'apertura della kermesse riminese era già stata affidata a Pera tre anni fa. Un ritorno particolarmente gradito dagli organizzatori della manifestazione, che in lui individuano «uno straordinario esempio di laicità per come la intendiamo noi». «Pera - spiega il presidente della Compagnia delle Opere, Raffaello Vignali è un laico che ha una concezione dello Stato esattamente come la nostra: uno Stato che non parte dalla tirannia dei desideri facendoli diventare diritti». Ma, al di là dell'apertura di Pera, gli occhi di tutti sono puntati sull'incontro tra il leader della Margherita Francesco Rutelli e il governatore lombardo Roberto Formigoni. Mercoledì 24 agosto, proprio nel mezzo della settimana riminese, i due si incontreranno per discutere de "I Riformisti". Scontate le ricostruzioni fantapolitiche anche se pochi ricordano che questo, per Rutelli, è un ritorno a Rimini dopo la sua presenza nel 1992. Certo, allora, l'ex sindaco di Roma era solo un militante radicale, ma la sua presenza al Meeting è meno insolita di quanto si creda. Dopotutto anche Romano Prodi e Massimo D'Alema sono passati per ben due volte a Rimini senza contare che, nel 2003, sempre Roberto Formigoni si confrontò con il segretario Ds Piero Fassino. «La politica - osserva ancora Vignali - deve guardare al dopodomani. Ed al dopodomani si può pensare solo se la si smette, a destra come a sinistra, di pensare solo alle alchimie di schieramento, di concentrarsi solo sulle formule abbandonando i contenuti. E invece i poli devono tornare a dialogare, a confrontarsi sui temi delicati, e devono imporsi di individuare posizioni che permettano al Paese di dotarsi si una infrastruttura legislativa, di riforme che durino nel tempo». Insomma, quello che il Meeting di Rimini intende proporre è proprio un nuovo modello di dialogo tra i poli e, in questa chiave, va sicuramente letto un altro incontro delle settimana riminese, quello che, giovedì 25 agosto vedrà confrontarsi i promotori dell'Intergruppo Parlamentare per la Sussidiarietà (gli azzurri Maurizio Lupi, Angelino Alfano e Luigi Casero, il diessino Pier Luigi Bersani, i Dl Enrico Letta ed Ermete Realacci, l'Udc Luca Volontè) sul tema "Un patto per il futuro del Paese".

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