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Questione morale, la Quercia alza la voce

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Mastella: «Non accettiamo lezioni da nessuno». Castagnetti: «Non facciamoci del male da soli»

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In un'intervista concessa alla Stampa, il numero uno del Botteghino non ha usato metafore e ha richiamato all'ordine gli alleati. «Inviterei Parisi, Mastella e altri nostri amici - ha detto - ad avere più rispetto». Ma il segretario Ds ha anche rivendicato, a nome del proprio partito, il "copyright" della questione morale («siamo gli eredi di Berlinguer»), ricordando le posizioni da tempo assunte su Bankitalia («siamo stati i primi a sostenere la battaglia per abolire il mandato a vita del governatore») e ha avvertito il resto della coalizione: «Chi ci attacca cerca solo di contestare il ruolo che ci riconoscono milioni di elettori». Insomma, la Quercia non si farà mettere nell'angolo. Fassino non ha comunque risparmiato una bacchettata ad Arturo Parisi. «Quando leggo che Parisi - ha aggiunto - ritiene che l'elezione di Petruccioli alla presidenza della Rai sia un elemento della "questione morale" mi cadono le braccia. Penso che sia una assurdità e una affermazione originata da un pregiudizio nei confronti di un Ds, visto che nello stesso modo sono stati eletti i tre presidenti delle authority Antitrust, Tlc e Privacy senza che Parisi avesse nulla da ridire». E non è certo casuale il riferimento all'Authority per la Privacy visto che a guidarla è proprio un prodiano, il professor Franco Pizzetti, eletto con metodo bipartisan meno di quattro mesi fa. Ma Fassino non è stato il solo ad intervenire. Anche il capogruppo Ds alla Camera Luciano Violante ha voluto contestare «un uso immorale della questione morale» che, ha aggiunto, «abbassa il livello e il valore della discussione a mera polemica politica». Le parole del Botteghino sono state accolte positivamente soprattutto dalla Margherita che sembra aver ormai scelto la strada della riconciliazione. «Non serve drammatizzare - è stato il commento del responsabile giustizia Dl Giuseppe Fanfani -. I Ds non prendano come un fatto personale il richiamo di Parisi sulla questione morale». Anche il prodiano Franco Monaco ha indossato ieri i panni del pompiere, mentre il capogruppo della Margherita alla Camera, Pierluigi Castagnetti ha precisato: «Non facciamoci del male inutilmente. Non esiste una questione morale a sinistra». Ma nella coalizione c'è anche chi, chiamato in causa dal segretario Ds, non esita a dire: «Fassino sbaglia». A pronunciare queste parole è il leader dell'Udeur, Clemente Mastella, secondo il quale «nessuno vuole dare lezioni a nessuno. Ma neppure accettiamo lezioni da chi politicamente e storicamente ha sempre cercato di darle agli altri. Noi siamo tra quelli che vogliono vincere le elezioni, ma per raggiungere questo obiettivo è necessario che gli italiani percepiscano un'idea di reale cambiamento rispetto all'attuale maggioranza». E mentre i Verdi si dividino tra Paolo Cento che loda Fassino («giusto chiedere più rispetto») e rispolvera la Tobin Tax, e Alfonso Pecoraro Scanio che propone una legge per confiscare beni a politici e funzionari pubblici di cui non si sappia giustificare la provenienza, Antonio Di Pietro si scaglia cono Mastella e Bertinotti. «Bertinotti - ha detto il leader dell'Italia dei Valori - deve cominciare a sedare o allontanare quei gruppi di estrema sinistra che usano la violenza come arma di protesta, spaccando vetrine, assaltando poliziotti. Mastella deve cominciare a non favorire nelle candidature persone condannate o rinviate a giudizio».

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