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Prodi rompe gli indugi: «Fazio se ne vada»

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Il leader dell'Unione ancora più lontano dalla Quercia. Dal Botteghino nessun commento

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Quella che, per intendersi, da giorni chiede con insistenza e forza le dimissioni del governatore di Bankitalia. Ieri, infatti, il leader dell'Unione, per la prima volta in maniera netta ed esplicita, ha preso posizione sulla questione delle possibili dimissioni di Antonio Fazio. Qualche giorno fa era intervenuto sollecitando la riforma del ddl risparmio, ma sospendendo il giudizio sul governatore di Bankitalia. Ieri, invece, è uscito allo scoperto e, in un'intervista al Tg3, ha spiegato che, a questo punto, dopo l'ennesima pubblicazione di intercettazioni che coinvolgerebbero Fazio nel caso Antonveneta, «le cose sono andate così avanti che o il governatore dà delle spiegazioni all'opinione pubblica o si trova in una situazione estremamente difficile». Insomma, Prodi, non chiede ufficialmente la testa di Fazio, ma lascia intendere che la soluzione è ormai obbligata. Una posizione che stride con quanto affermato dai Ds che, con Luciano Violante, avevano posto un freno a quella che stava diventando una deriva pericolosa. Era stato lo stesso capogruppo della Quercia alla Camera a dire che la vicenda delle dimissioni di Fazio «è una questione di opportunità rimessa alla responsabilità dell'interessato». E anche Fausto Bertinotti aveva rifiutato di unirsi al coro dei «defenestratori». Prodi, al contrario, ha scelto la via dell'attacco scavando ancora di più il solco che ormai lo separa dal principale partito della coalizione. E a questo punto c'è anche chi pensa che, nonostante gli appelli alla calma, la questione politica potrebbe determinare l'esito delle primarie di ottobre. Ma torniamo all'intervista. Alla domanda se fosse preoccupato per la perdita di credibilità del sistema finanziario italiano, il Professore ha risposto con un secco «Sì». Una situazione che, per Prodi, si sarebbe potuta evitare con riforme a tempo debito. «I media finanziari stranieri e anche gli operatori stranieri - si è rammaricato - ci dicono che non abbiamo imparato nulla dalla crisi Parmalat e dalla crisi Cirio e non abbiamo messo in atto quelle riforme del mercato finanziario che erano assolutamente indispensabili». È stata persa, accusa Prodi, l'occasione del ddl risparmio. «Se avessimo riformato la legge sul risparmio - ha sottolineato - tenendo conto che esiste l'euro, del fatto che sono cambiati tutti i nostri rapporti internazionali, del fatto che si esige più trasparenza certamente non ci troveremmo in questa situazione così difficile». Ma il Professore è voluto tornare anche sulla questione morale. Questa volta, però, l'obiettivo non sono i Ds, ma la «non terzietà» di alcune autorità di garanzia. «È importante capire - ha sottolinea Prodi - che, quando siamo in un sistema bipolare, in cui l'esecutivo ha una grande forza, abbiamo bisogno di queste autorità indipendenti che vanno dalla Banca d'Italia all'Antitrust, autorità che sorvegliano l'applicazione della legge nel campo economico e della concorrenza e invece abbiamo una estrema debolezza di queste regole e soprattutto molte volte i membri di queste autorità sono troppo legate a un'appartenenza politica». Di qui la richiesta che l'Unione «tutta insieme» è decisa a portare avanti: «Avere autorità meno numerose, più forti e più indipendenti, che diano ai cittadini le garanzie di cui hanno bisogno». Le parole di Prodi sono ovviamente state accolte con soddisfazione dalla sinistra radicale, in particolare dal Pdci, mentre sono rimasti in rigoroso silenzio sia i Ds che la Margherita. Ma a favore del Professore si è schierato anche il segretario della Dc Gianfranco Rotondi che, in polemica con il capogruppo Udc Luca Volontè, si è voluto lanciare in una difesa del Professore. «A differenza di Volontè, io - ha annunciato Rotondi - stimo molto il Romano Prodi, e ritengo risibile che egli sia dietro le vicende che riguardano il governatore Fazio. La verità è che Prodi saggia con mano una certa estraneità al centro-sinistra: su Bankitalia, sulla Rai, su tutto, Ds e Margherita ca

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