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Unipol, 4,53 miliardi per l'opa

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La compagnia di assicurazioni bolognese ha rivisto ieri l'esborso massimo teorico conseguente all'offerta. In un documento informativo depositato ieri alla Borsa Italiana, Unipol ha precisato infatti che ad oggi «sotto il profilo sostanziale, l'esborso massimo atteso è quantificabile in misura non superiore a 4,53 miliardi di euro». Si tratta di una cifra inferiore ai 4,96 miliardi previsti lo scorso 23 luglio, in quanto la somma è «al netto della quota di partecipazione (pari al 4,88%) oggetto di contratti di opzione call a favore di Unipol Assicurazioni, sottoscritti con Deutsche Bank London Ag e della quota di partecipazione (paro allo 0,31%9 oggetto di contratto di opzione call a favore di Unipol Assicurazioni con Credit Suisse First Boston». La compagnia assicurativa nel documento informativo ribadisce quanto affermato nei giorni scorsi, e cioè che per la l'acquisizione del 14,89% di Bnl sono stati sborsati 1,24 miliardi, mentre l'esborso relativo all'offerta, «unitamente a quello per l'acquisto della partecipazione», è di circa 5,77 miliardi. A fronte di questo esborso «saranno disponibili le seguenti fonti di finanziamento: aumento di capitale di 2,6 miliardi di euro, effettuato da Unipol Assicurazioni, chè verrà realizzato, dopo le necessarie autorizzazioni regolamentari e di legge, a partire dal mese di settembre 2005. L'aumento di capitale sarà sottoscritto per 900 milioni di euro circa dalla controllante Finsoe Spa, che ha già deliberato in tal senso, mentre i rimanenti 1.700 milioni circa, offerti in opzione agli azionisti, saranno coperti da un consorzio di garanzia formato da Nomura International, Credit Suisse First Boston (Rurope), Deutsche Bank, Bnp Paribas, Bayersche Hypo-Und Vereinsbank, che in data 22 luglio 2005 hanno sottoscritto un contratto preliminare di garanzia; emissione di prestiti subordinati e/o altre fonti di fonti finanziamento a lunga scadenza, da parte dal Gruppo Unipol, per un importo massimo di 1,4 miliardi di euro, che il medesimo consorzio di banche si è impegnato a collocare sul mercato; mezzi propri liberi o liberabili per massimi 2,0 miliardi di euro».

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