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Pressing di Ciampi: «Al voto il 9 aprile»

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Il Capo dello Stato: «Serve un governo pienamente in carica entro il 15 giugno e non ad agosto»

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Se così fosse, però, la legislatura dovrebbe finire a febbraio e non a maggio. Insomma, ce n'è abbastanza per far «arricciare» il naso alla maggioranza. È la terza volta che il presidente della Repubblica si esprime sulla data del voto. Venerdì lo aveva detto in privato a Pisanu, lunedì lo aveva ripetuto a Berlusconi in un colloquio a porte chiuse al Quirinale. Ieri Ciampi ha ritenuto utile ripeterlo in pubblico, rendendo note le motivazioni, elencando gli impegni istituzionali italiani ed europei che richiedono un governo pienamente in carica entro il 15 giugno, e non a luglio o ad agosto. Ciampi lo considera un imperativo nell'interesse dell'Italia tutta, e perciò vorrebbe che i calcoli di convenienza politica dei partiti passassero in secondo piano. È il primo a sapere che il capo dello Stato non può decidere la data del voto, una scelta che spetta al governo. Ma può e vuole esercitare tutta la sua influenza. Vuole che le motivazioni oggettive su cui si fonda la sua proposta siano discusse pubblicamente. Perciò mette la questione sul tappeto dieci mesi prima della data in cui dovrà essere presa concretamente la decisione dello scioglimento tecnico delle Camere. Il rilancio di ieri, giunto inatteso durante la tradizionale cerimonia del Ventaglio (lo scambio di auguri fra giornalisti e capo dello Stato prima delle vacanze estive), fa immaginare che nei prossimi mesi potrà aversi un vero e proprio pressing del Colle. Le reazioni politiche sono state immediate. Unanime il consenso a Ciampi dei leader del centrosinistra. Il presidente della Camera Casini ha espresso apprezzamento per le parole di Ciampi, anche se personalmente si è detto «indifferente» nella scelta di fissare il voto ad aprile o a giugno. Da Alleanza nazionale nessun commento. Maroni (Lega) ha sostenuto che si può votare a maggio e avere il governo a giugno. Difficile da interpretare l'orientamento di Forza Italia, ancora indecisa. Un sì a Ciampi è venuto da Osvaldo Napoli, vice responsabile enti locali di Fi, che ha posto una condizione: separare le elezioni politiche dalla tornata delle elezioni amministrative della prossima primavera. Si sa che scegliendo il 9 aprile, questa condizione sarebbe automaticamente soddisfatta. Invece votando dopo il 15 aprile, potrebbe essere necessaria una legge ad hoc per sottrarsi alla convergenza delle date dettata dalla norma dell'election-day. In serata, Fabrizio Cicchitto ha raffreddato la tensione annunciando che Forza Italia sta discutendo e terrà conto delle indicazioni di Ciampi.

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