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Coppola: farò il banchiere

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Danilo Coppola, 38 anni, è diventato da qualche tempo uno dei giovani protagonisti della finanza italiana. Con gli immobili ha fatto la sua fortuna e giura di voler proseguire su questa strada investendo le grosse somme incassate di recente. Ma il suo sogno, sin da piccolo, era anche quello di fare il banchiere, per questo adesso conta di rimanere a lungo in Mediobanca e di rafforzare la sua posizione nella partita in corso su Antonveneta. E avverte: è finita l'epoca del salotto buono della finanza, dove le azioni si pesano ma non si contano. Lei ha acquistato il 2 per cento di Mediobanca pagando i titoli 15 euro. L'altro ieri le azioni di Piazzetta Cuccia hanno raggiunto i massimi con volumi di scambi record. È cominciata la sua avanzata nei santuari della finanza? L'ottima plusvalenza conseguita dalla cessione del pacchetto Bnl, sarà impegnata nel core business del Gruppo, specialmente in Ipi spa, dove, a breve, verrà presentato il progetto industriale. L'interesse per il titolo Mediobanca, come era per quello di Bnl, è finalizzato alla diversificazione delle attività. Purtroppo, manovre e comportamenti di altri azionisti di Bnl, mi hanno indotto a costituire il cosiddetto contropatto per salvaguardare i miei interessi e per cercare di ottenere un cambiamento nei progetti in una banca che da anni non aveva un piano industriale adeguato e non produceva ricchezza. Spero di essere riuscito in questo. In Mediobanca si aspetta un clima più favorevole? L'investimento Mediobanca nasce con prospettive nettamente diverse, considerati i dividendi prodotti, le partecipazioni strategiche possedute, nonché il fatto che è amministrata da ottimi manager i quali, spero che in futuro non commettano anche loro lo sbaglio di considerare azionisti di Serie A e di Serie B. Con l'Ipi, società proveniente dalla galassia Fiat, lei è diventato l'azionista di maggioranza della Lingotto Spa. Proprio in questi giorni il titolo Fiat è al centro di forti scambi. C'entra qualcosa con queste operazioni sul titolo? Abbiamo acquisito la maggioranza di Ipi spa da qualche mese. Siamo inoltre diventati da poco tempo, azionisti di maggioranza della Lingotto spa, società con assets immobiliari per circa 90 mila metri quadrati. Abbiamo da subito guardato con estremo interesse le potenzialità generate da tale società, di fatto gestita senza un piano industriale concreto ed appropriato, e ciò per la eccessiva frammentazione dell'assetto societario. Abbiamo quindi, acquistato la maggioranza del capitale di Lingotto spa al fine di prendere direttamente in mano il timone delle attività. E poi passserete alla Fiat? Non siamo interessati a una partecipazione in Fiat, in quanto riteniamo che la società debba risolvere ancora grossi problemi. Quali sono i settori dove è intenzionato a investire, oltre al core business degli immobili? Il settore immobiliare, sia come trading che come sviluppo di aree, rimane e rimarrà il nostro core business. Gli immobiliaristi sono accusati di scarsa trasparenza. Potrebbe riassumere ancora una volta come ha creato la sua fortuna? Che gli immobiliaristi siano poco trasparenti, è un tormentone che alcuni centri di potere, preoccupati di mantenere i propri feudi, stanno da mesi sponsorizzando su tutti i giornali (che controllano), tentando di seminare discredito su un settore dell'industria italiana, che negli ultimi anni è stato un vero e proprio motore trainante dell'economia. Alcuni esponenti politici ed altri cosiddetti industriali, sono intervenuti sul punto, sostenendo che gli immobiliaristi non generino posti di lavoro e siano sterili per l'economia. E invece... Questi personaggi, spinti esclusivamente da interessi di parte, dovrebbero sapere che, in ogni iniziativa immobiliare, lavorano decine e decine di imprese che forniscono dal cemento, ferro, rivestimenti, infissi (l'elenco è lungo), generando migliaia di posti di lavoro. Chiedo io a loro, questa non è industria? Lei ha dichiarato di voler vincere la battaglia su Antonveneta. A

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