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Partito unico, Berlusconi convince l'Udc

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Il premier al convegno dei Liberal apre a primarie e proporzionale e incassa il sì dei centristi

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E il premier annuncia «con il cuore gonfio di gioia» a conclusione del seminario «Verso la Costituente della nuova casa comune» che si è tenuto nella sede de Il Tempo, l'adesione «dell'Udc alla costituente del partito unitario della Cdl, definendo questa decisione «l'ultimo passo» necessario per il processo della casa comune dei moderati. Davanti a una platea gremitissima di esponenti della Cdl, da Adornato della Fondazione Liberal, a Urso, Bondi, Sanza, La Russa, D'Onofrio, Gasparri, Tremonti, Boniver, Badget Bozzo e il ministro Pisanu, il premier ha confermato soddisfatto di aver avuto l'ok dall'Udc al progetto unitario, tramite l'eurodeputato Lorenzo Cesa, «inviato» del partito di Casini e Follini. Ma è chiaro che questo ritorno di fiamma con i centristi è il frutto di un recente incontro a tre tra Berlusconi, Casini e Follini per ristabilire regole e confini della loro alleanza o sempre facile. Se infatti l'ok di Alleanza nazionale è apparso quasi scontato («si tratta di una volontà antica di An, espressa per la prima volta nel corso di una cena con Pinuccio Tatarella...» racconta il Cavaliere), con l'Udc invece la trattativa è stata più lunga e complessa. Ed ha coinvolto anche la proposta ventilata di tornare al proporzionale e le primarie sulla leadership. Per quanto riguarda la modifica della legge elettorale «non c'è da scartare in partenza nessuna ipotesi», dice il premier dalla tribuna di palazzo Wedekind, «i sistemi elettorali sono un mezzo, non un moloch che non si può cambiare». Quindi anche di ritorno al proporzionale si potrà parlare (anche se An è decisamente contraria) e Follini considera «serio» l'argomento, mentre, sulla proposta delle primarie per scegliere il leader del nuovo partito unitario il segretario dell'Udc fa dell'ironia: «L'ho già sentita. Evidentemente non era una provocazione». «Non c'è un problema di leadership», conferma Berlusconi al seminario del Comitato di Todi, prima di scappare (a piedi ma protetto da un esercito di guardie del corpo e poliziotti), a Palazzo Chigi per il colloquio con il presidente pakistano. Insomma, per il partito unitario il premier si rimette in gioco e l'Udc ha apprezzato questa sua generosa apertura. Così la Costituente si terrà entro luglio. Precisamente il 29, dopo il congresso dell'Udc che il 27 indicherà i suoi nomi e il Consiglio nazionale di Forza Italia che si riunirà il 28 luglio per anunciare i suoi. Il partito unitario del centrodestra «diventerà una realtà» quindi entro l'estate, con 100 protagonisti della politica italiana. Ottimista sul risultato elettorale del 2006, Berlusconi bacchetta però il Nuovo Psi: «Non riesco a credere che proprio chi ha subito tante traversie provocate dalla sinistra, possa stare con l'attuale opposizione». E, prendendo spunto da una frase di Aldo Moro sulla Dc che «apre le porte a chi vuole entrare», il presidente del Consiglio contrappone una battuta: «Da noi c'è un'altra regola - sorride - chi va via viene preso a botte...». E infine con un sorriso invita la nutrita platea del «Gruppo di Todi» a leggere il libro «Berlusconi ti odio», «per capire meglio le origini di questo accanimento della sinsitra soprattutto verso la mia persona».

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