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Ma Ciampi blocca il testo della delibera

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Il Capo dello Stato dà l'assenso solo alla discussione sull'emendamento Bobbio

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Dal Capo dello Stato è venuto un via libera parziale al dibattito sul parere espresso dalla Sesta Commissione del Csm sulla riforma e contestato dai laici della Cdl che parlano di «un'interferenza» nelle prerogative del Parlamento e che perciò minacciano di far mancare oggi il numero legale, bloccando i lavori del Consiglio come già fecero a inizio consiliatura. Un parere, quello della commissione, contestato anche in sede politica da esponenti della maggioranza. LA DECISIONE DI CIAMPI - È arrivata in mattinata, dopo che ieri il capo dello Stato aveva affrontato la questione in un incontro con il vice presidente del Csm Virginio Rognoni. A farla conoscere al plenum è stato lo stesso Rognoni con una nota allegata all'ordine del giorno di oggi; uno scritto che riporta testualmente la comunicazione inviata dal segretario generale del Quirinale Gaetano Gifuni, per conto del Capo dello Stato. «Il Presidente della Repubblica non dà il suo assenso — recita la nota — alla discussione dei punti della delibera che trattano questioni sulle quali il Consiglio Superiore si è già pronunciato in precedenti pareri». «Dà invece il suo assenso» al dibattito sull'emendamento Bobbio, visto che si tratta di «una norma nuova», che avrà effetto «dall'entrata in vigore della legge» e che si applicherà «anche alle procedure in corso». LE REAZIONI AL CSM - Dopo l'intervento di Ciampi Rognoni spera in una marcia indietro dei laici della Cdl: «Mi auguro che possano rendere agibili i lavori e che domani ci sia un clima sereno». Una speranza destinata a cadere nel vuoto, almeno per ora. «Rispettiamo gli indirizzi del Capo dello Stato, ma restiamo fermi nella nostra determinazione» dice Nino Marotta (Udc) ritenuto la «colomba» del gruppo, che spiega: «Vogliamo che siano rispettati i ruoli diversi che hanno Parlamento e Csm». Ad abbandonare l'aula dovrebbero essere tutti e cinque i consiglieri della Cdl, che presenteranno un documento per spiegare le loro ragioni. LE REAZIONI POLITICHE - Il più duro nello scagliarsi contro il Csm è il senatore Luigi Bobbio, autore dell'emendamento che il parere della Commissione boccia, segnalando il «grave pericolo di una lesione del principio del buon andamento dell'amministrazione della giustizia». Bobbio parla di «uno strappo istituzionale», e di «una vera e propria ingerenza» distinguendo tra il capo dello Stato e il Csm: «Penso che il presidente della Repubblica non avesse scelta alternativa. Il problema è nella scelta eversiva compiuta dal Csm».

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