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Giustizia paralizzata, scioperano i magistrati

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Garantiti solamente i processi con imputati detenuti e quelli di cui è imminente la prescrizione

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Si tratta del quarto sciopero contro quella che le toghe ritengono una vera e propria «controriforma» in contrasto con la Costituzione e punitiva nei loro confronti. Un provvedimento che, accusano i magistrati, non solo non servirà a migliorare ma avrà conseguenze negative sull'efficienza della giustizia. La protesta è stata preceduta anche stavolta da polemiche che si sono spinte sino all'annuncio di denunce dei magistrati che sciopereranno e dell'Associazione nazionale magistrati da parte del ministro per le Riforma Roberto Calderoli e del senatore Luigi Bobbio. Iniziative che non spaventano il sindacato delle toghe che si aspetta anche in questa occasione, come è avvenuto negli scioperi precedenti, «un'adesione alta» da parte dei colleghi. Già ieri più di 170 capi degli uffici giudiziari hanno fatto sapere che sono intenzionati a incrociare le braccia. E tra di loro ci sono anche il presidente aggiunto della Cassazione Vincenzo Carbone e il primo pg aggiunto presso la Suprema Corte Mario Delli Priscoli. Pronti a scioperare anche alcuni magistrati dell'Ispettorato del ministero della Giustizia, mentre all'Anm arrivano «attestati di solidarietà» da parte di sindacati, associazioni della società civile e di magistrati europei. Un segnale che, secondo il presidente dell'Anm Circo Riviezzo, «fa capire come sia diffuso il consenso alle preoccupazioni per l'indipendenza e l'autonomia della magistratura manifestate da noi». Incroceranno le braccia tutti i capi dei più importanti uffici giudiziari di Roma (il procuratore Giovanni Ferrara, il presidente della Corte d'appello Giovanni Lo Turco, il presidente del tribunale Luigi Scotti e il Pg Salvatore Vecchione); il procuratore Marcello Maddalena e il Pg di Torino Giancarlo Caselli, il procuratore di Palermo Piero Grasso e il presidente del tribunale della stessa città Giovanni Puglisi. Massiccia anche l'adesione dei vertici degli uffici giudiziari di Napoli: il Pg Vincenzo Galgano, il procuratore Giandomenico Lepore e il presidente della Corte d'appello Raffaele Numeroso. E ancora: si asterranno dal lavoro i procuratori di Verona Guido Papalia, di Venezia Vittorio Borraccetti, di Firenze Ubaldo Nannucci, di Genova Francesco Lalla. In sciopero anche il Pg di Venezia Ennio Fortuna e e il presidente della Corte d'appello di Milano Giuseppe Grechi. Se le aspettative della vigilia saranno rispettate, ci sarà la paralisi dell'attività degli uffici giudiziari. Dovrebbero tenersi soltanto i processi assicurati dal codice di autoregolamentazione dei magistrati. Nelle principali sedi giudiziarie si terrannno assemblee aperte alla cittadinanza e alle quali sono stati invitati a partecipare avvocati, costituzionalisti, ed esponenti della società civile. Nel penale saranno garantiti i processi con imputati detenuti e quelli nei quali è imminente la prescrizione. Nel civile quelli in materia di licenziamenti, condotte antisindacali e discriminatorie.

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