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«Con i Ds dialoghiamo ma restiamo separati»

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Lo spiega a "Il Tempo" il deputato del Nuovo Psi Bobo Craxi intervendo nel dibattito sull'unità socialista. Onorevole Craxi, i Democratici di sinistra si muovono per catturare consensi tra i socialisti proprio mentre il progetto della Fed si indebolisce. Come giudica le manovre messe in atto in questo periodo dalla Quercia? «A fine settembre ci sarà un congresso nella prospettiva che abbiamo indicato dell'unità socialista. Nel progetto di unità socialista c'è anche la disponibilità di percorrere la strada insieme anche nel centrosinistra. Non so cosa possono fare i Democratici di sinistra in questo momento. Forse hanno qualche idea in testa anche loro. Non lo so. È normale. Il nostro è un processo politico. È qualcosa di diverso dalla campagna acquisti da precampionato che vorrebbe fare qualcuno». Perché i diessini vogliono arricchire la loro «rosa» per sottrarre consensi allo Sdi e ai socialisti? Qual è lo scopo di questa iniziativa che ha ben poco di politico? «Non credo che ci sia questa necessità. Per i Ds il problema è diverso è riguarda la loro identità che è ancora indefinita, quindi più personalità socialiste riescono a far aderire, più si scolorisce il peso dell'appartenenza al peso del vecchio Pci. È un'operazione già tentata in passato. Non c'è nulla di nuovo. Altro è il punto che ci riguarda che è quello di riaprire una questione socialista nel centrosinistra». Stefania Craxi sostiene che questa è «la sinistra peggiore della storia». Condivide il giudizio espresso nell'intervista rilasciata ieri? «Come si sa, la sinistra italiana non appare sul piano internazionale come quella più dinamica e moderna e traspira conservazione da molti pori. Per questa ragione bisogna contribuire a cambiarla a ritrovarla per farla diventare una sinistra in un paese normale». Sulla candidatura di Stefania Craxi in Forza Italia è rimasto sorpreso? «È una scelta che non discuto. Il problema dei socialisti è di costruire una casa. Sulle adesioni dei singoli su forze politiche diverse da quelle di matrice socialista si commentano da soli. Sono percorsi diversi». Non pensa che l'operazione messa in atto dai Ds miri a distruggere il dialogo che è in corso tra socialisti per riscostruire l'unità? «Quella di Lecce è un'iniziativa dei socialisti. A Salerno l'iniziativa è ancora dei socialisti e partecipano alcuni esponenti dei Ds. Ci sono prove di dialogo. Ma da qui all'assorbimento ce ne passa». L'apertura di un dialogo concreto con lo Sdi è propedeutico alla fine della Fed colpita a morte da Rutelli? «Su questo ci sono idee differenti. Partiamo dal punto dell'unità socialista si può collegare ad altre prospettive. Io penso più ad un'idea che fondi le sue radici in una prospettiva liberalsocialista aperta ad alleare dinamiche più moderne della sinistra e non partiti riformisti di cui non si capisce quale identità e finalità possano avere. La discussione è aperta per questa ragione. Prima viene la cosa socialista. Non possiamo "acquistare" un pacco dono dove si pretende che ci sia tutto dentro. Deve essere costruita una prospettiva più suggestiva». Valdo Spini dice che c'è uno spazio per il "recupero" per i speparati della Cdl. Come trova il termine utilizzato dall'esponente diessino? «Ogni tanto uno deve dire pure qualcosa. Quando lo fanno parlare Spini deve pure esprimere qualche concetto». Con i radicali come stanno andando i contatti tra lo Sdi e il Nuovo Psi? «Sono molto attivi. Anzi, siamo molto attivi».

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