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MAZZELLA sì, Silvestri no.

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Mercoledì le Camere riunite erano riuscite ad eleggere l'ex ministro Luigi Mazzella, candidato del centrodestra, ma era mancato il quorum per eleggere Gaetano Silvestri, candidato in quota all'opposizione. Ieri la storia si è ripetuta mandando letteralmente in fibrillazione Montecitorio. Anche se, a fine mattinata, il presidente della Camera Pier Ferdinando Casini, al termine di un'urgente riunione dei capigruppo, ha comunicato telegrafico: «È stata confermata l'intesa sul nome che c'è». Mercoledì prossimo, quindi, a meno di clamorose sorprese, il Parlamento dovrebbe votare Silvestri. Ciò nonostante, tra maggioranza e centrosinistra, per tutta la giornata di ieri, sono rimbalzate accuse esplicite. Silvestri, infatti, è stato «impallinato» per circa 30 voti: guarda caso gli stessi andati a Luciano Violante. Sia per gli uni che per gli altri i colpevoli dell'imboscata in assemblea sono gli avversari politici. «Non siamo certo noi che abbiano dato a Violante proprio gli stessi voti che sono mancati a Silvestri - ha dichiarato perentorio il capogruppo di Forza Italia alla Camera Elio Vito -. Per quello chi ci riguarda noi continueremo a votare il candidato concordato con l'opposizione fino al 2006, se occorre». Sulla stessa linea il suo vice Antonio Leone. «Le accuse che arrivano dal centrosinistra in questi momenti sono prive di fondamento. Io personalmente so invece di mal di pancia dentro alcune forze del centrosinistra che potrebbero benissimo spiegare quanto sta succedendo». Qualcuno nella maggioranza adombra addirittura l'ipotesi che un manipolo di nostalgici della decaduta candidatura di Violante stiano in questo modo criticando la scelta dei Ds di rinunciare a quel nome. L'obiettivo è quello di spingere il centrosinistra a tornare sui suoi passi ipotesi che, per la Casa delle Libertà, non è neanche immaginabile. Questa lettura dietrologica di maggioranza viene però respinta dai deputati di opposizione, e dai diessini in particolare. «Qui non si tratta solo di venir meno ad un accordo politico, ma ad un'intesa istituzionale - ha tuonato il responsabile giustizia della Quercia Francesco Bonito -. È una manovra sporca e subdola. L'uso strumentale dei voti per Violante è roba da delinquenti». Altrettanto dura la sua collega di partito Anna Finocchiario: «È stato violato un patto politico e istituzionale trasparente e alla luce del sole che pareva aver posto fine a uno stallo che durava da tanto tempo. E che riguardava due tecnici, non due politici». «Sono loro che hanno votato per Violante - ha detto Renzo Lusetti (Margherita) -. Questo è un insulto all'opposizione». Lapidario il presidente dei deputati di Rifondazione comunista Franco Giordano: «Stanno giocando a dividerci». Una cosa è certa ieri in aula erano assenti ben 182 parlamentari. Nella maggioranza, il primato numerico degli assenti è stato di An con 52 parlamentari, seguita da Forza Italia con 43. Meno influenti, anche per le consistenze dei gruppi, le assenze dell'Udc (12 parlamentari, di cui 9 deputati) e della Lega Nord (5 parlamentari, di cui un senatore). Ma assenze ci sono state anche sul fronte dell'opposizione: tra i Ds erano 14 (di cui 9 deputati) e 15 nella Margherita (di cui 8 deputati).

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