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La nuova Rai? Sarà la Tv dei «nonni»

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Se la stagione dei «pensionati» diventasse realtà, arriverebbero direttori e anchormen d'annata

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I nonni, infatti, oltre ad andare a votare più dei loro figli, adesso praticano sport, vanno all'università e fanno free climbing nei momenti liberi, tra un concerto e una visita guidata. Perché allora non coinvolgerli nelle poltrone che contano di viale Mazzini? Per questo nei palazzi del potere hanno pensato bene di inaugurare una nuova stagione della Rai che coincide con le nomine dei vertici secondo la legge Gasparri: la Tv dei nonni, o meglio prima azienda leader della comunicazione degli ottanta-novantenni. Pensando di ambientare il servizio pubblico in una casa di riposo per anziani (RaiTre ci ha pure girato una sit-com tanto per vedere che effetto faceva), ecco che, dopo il sempreverde Sandro Curzi, consigliere e presidente pro tempore, da settimane fioccano le candidature di illustri signori nati nei primi del '900 per la presidenza. Congelato il presidente della Vigilanza Claudio Petruccioli perché troppo giovane e bocciato definitivamente il manager Andrea Monorchio per lo stesso motivo, il ministro del Tesoro Siniscalco ha cominciato a pensare a tutti i grandi vecchi che potrebbero tener testa al fuoriclasse fondatore di Telekabul. Sfogliando gli annali degli ottuagenari che contano, ha preso in seria considerazione una lunga lista, comprendente l'ex ministro Antonio Maccanico, l'ex garante Giuseppe Santaniello, il professore ex consigliere Rai Paolo Murialdi e l'onorevole di An Franco Servello, fino all'ultimo nome, quello di Vittorio Mathieu, ex senatore, docente di filosofia, di anni 81, oltre ché presidente del collegio dei probiviri di Forza Italia. Ma non è detto che il prossimo candidato, a sorpresa, non possa essere una donna e un premio Nobel, come Rita Levi Montalcini, che già è protagonista di uno spot pubblicitario. Una schiera di personaggi di altissimo livello, ma quasi centenari, per restituire lustro alla Tv pubblica. Di questo passo, appena completato il vertice, si passerà ai direttori di reti e testate, piazzando magari un altro plotone di pensionati dell'informazione e della politica nei posti che contano. Visto che il centrosinistra ci tiene tanto potrebbero nominare Enzo Biagi direttore del Tg1, mentre Luciano Rispoli sarebbe giusto al posto di Del Noce a dirigere RaiUno. Il direttore generale? Dopo aver rispedito al liceo il quarantenne Flavio Cattaneo, si potrebbe pensare ad un ritorno del mostro sacro Ettore Bernabei. Per RaiCinema potrebbe spuntarla anche un «nonno» cinematografico del calibro di Mario Monicelli, visto che anche Giancarlo Leone sarebbe anagraficamente «incompatibile». Con i nonni al potere anche per Bruno Vespa, davvero troppo giovane per restare, potrebbero esserci problemi e non ci sarebbe nulla di strano nel vedere come anchorman di «Porta a porta» un Albino Longhi, che però sicuramente preferirebbe andare al posto del «pupo» Giovanni Floris a Ballarò e lasciare magari la ribalta di RaiUno a Sergio Zavoli. D'ora in poi chi è sotto i sessant'anni si deve ritenere seriamente a rischio a viale Mazzini. Mentre a Saxa Rubra invece delle partite di calcio per i giornalisti, si organizzeranno la domenica pomeriggio solo tornei di bocce tra una palazzina e l'altra e partitine serali di «scopetta».

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