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Partito unico, nuove aperture agli scettici

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Bondi: «Discutiamo sulla leaderhip». Pressing su Udc e destra sociale per vincere le ultime resistenze

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Il progetto sta ricevendo sempre maggiori adpeti e sostenitori. Oramai tutti i principali leader del centrodestra sembrano convinti della necessità di dare luogo alla nuova aggregazione. Anche se si trovano a vivere con le resistenze intene. Da un lato Pier Ferdinando Casini e dall'altro Gianfranco Fini sembrano via via convincersi della necessità di dare vita alla nuova formazione. Ma sia nell'Udc che in An sono in motli che mugugnano, temendo un'annessione da parte di Forza Italia. Il coordinatore degli azzurri, Sandro Bondi, ha voluto chiarire che certamente il suo partito «non può non rappresentare il perno di questo nuovo soggetto politico». Ma allo stesso tempo, riguardo proprio a Berlusconi, «il presidente ha chiarito di essere pronto a mettere in discussione anche la sua leadership». Il ruolo storico del Cavaliere, spiega il coordinatore di Forza Italia, «va riconosciuto in modo chiaro. Dopo dieci anni è l'artefice di un grande progetto. Comunque, il premier continua a essere il protagonista indiscusso. Il suo ruolo sarà deciso in base alle regole democratiche di questo partito». Bondi non esclude che all'interno della nuova forza politica del centrodestra possa entrare anche la Margherita. «So bene - precisa - che qualcuno dalla Margherita mi replicherà che non vogliono uscire dal centrosinistra: ma la prospettiva per il futuro esiste». Per quanto riguarda la "proposta Tabacci" che prevede un partito Rutelli-Casini, senza Berlusconi, Bondi dice: «Vive nel mondo dei sogni. Ci deve essere il riconoscimento pieno del valore storico di quanto ha fatto Berlusconi in dieci anni e di questa sua proposta». Bondi insomma cerca in tutti i modi di far intendere che non sarà un'annessione. E un messaggio dello stesso tenore è stato quello lanciato sulle colonne del Tempo da Maurizio Gasparri. L'ex ministro delle Comunicazioni ha spiegato come sia possibile immaginare di costituire un nucleo forte del partito unico con in poteri di preparazione del programma e di scelta dei candidati nei collegi uninominali. Ma, allo stesso tempo, l'esponente di An sottolinea come si possa procedere per le prossime elezioni politiche ognuno con il proprio simbolo. Dunque la destra manterrebbe il suo simbolo. E anche questa è un'apertura verso i dissidenti, che all'interno del partito di via della Scrofa si annidano soprattutto nell'area culturale della destra sociale. Ma il messaggio, visto che Gasparri fa parte del cosiddetto gruppo di Todi che si sta preoccupando di studiare le forme del nuovo partito, è diretto anche all'Udc. La nuova formazione infatti sarà imperniata su Forza Italia, An e, appunto, sul partito di Follini. E proprio tra questi, se Casini sembra spingere per la proposta berlusconiana, Follini mostra ancora delle perplessità. E con lui anche chi teme che sparisca lo scudocrociato, attualmente nel simbolo del parito di via Due Macelli. Proprio per questo i democristiani stanno chiedendo, con la difesa della loro bandiera, anche delle regole chiare che possano tutelarli. Su questo punto il gruppo di Todi sta elaborando delle proposte che possano aiutare la rappresentanza delle minoranze. Per esempio si sta pensando di prevedere la massima delega nella scelta dei candidati. E così due terzi dei duellanti alle prossime politiche potrebbero provenire da proposte sul territorio, un altro terzo scelto dagli organismi nazionali. Gli organismi dirigenti del partito, poi, potrebbero essere formati dal 40% daglieletti, un altro 40% dagli iscritti, il restante 20% dalle consulte delle donne, dei giovani, della cultura e delle professioni. Domani si terrà il nuovo appuntamento che definirà ancora meglio i contorni del partito. Prima dell'estate Berlusconi vuol sul tavolo un progetto già con gambe proprie.

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