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«Lavoriamo ma ci attaccano sempre»

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Berlusconi protesta con la stampa: «Spesso viene scritto il contrario di quel che accade»

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«Lavoriamo tantissimo, di giorno e di notte, ma non ci riconoscono nulla di quanto facciamo - accusa - la vita è veramente dura. Poi leggo i giornali e mi cadono letteralmente le braccia, perché c'è una tale lontananza dalla realtà delle cose. Mettetevi nei nostri panni, abbiamo ragione ad avere in questi giorni una caduta di entusiasmo...». Il premier, quindi, se la prende ancora una volta con la stampa. Punta il dito contro chi «fa mistificazioni» e critica l'operato del suo governo, soprattutto in politica economica. Difende il piano delle «grandi opere» e rilancia: «Di fronte a un rovesciamento delle situazioni, noi andiamo avanti, niente ci frena. Ognuno trova sempre la forza dentro e fuori di sé per continuare...». Dopo il breve sfogo iniziale, il presidente del Consiglio si concede una serie di battute sul cerone, per dimostrare che non ne fa uso, sulla foto che lo ritrae mentre fa le corna al vertice dei ministri degli Esteri europei nella città spagnola di Caceres, fino all'ultimo episodio dell'indice medio alzato durante la visita a Bolzano. Un vero e proprio show, quello di Berlusconi, preceduto dalla solita tirata d'orecchie ai giornalisti. «Tutti i giorni lavoro fino alle due e mezza di notte, con impegno e per il bene del Paese - dice - le vacanze, poi, rappresentano solo uno spostamento da un luogo di lavoro all'altro. Ma questo non viene riconosciuto, spesso viene scritto esattamente il contrario delle cose che si dicono». Poi il Cavaliere racconta quanto accaduto a Bolzano, criticando un servizio pubblicato dal Corriere della Sera sulla sua visita nella città altoatesina in occasione della vittoria di Giovanni Benussi, candidato della Cdl. «È stato scritto il contrario di quanto pensavo - assicura - io solitamente non partecipo ai festeggiamenti, ma in questo caso c'era un entusiasmo tale che sono stato costretto ad andare in piazza della Vittoria e parlare ai cittadini di Bolzano. I giornali hanno scritto che c'erano 6 mila persone, mentre i miei collaboratori parlavano di 15-20 mila persone. Non capisco perché quando ci sono io le persone sono solo 6 mila...». Berlusconi ricorda che mentre «parlava c'era un gruppetto di contestatori», organizzato dalla sinistra che a circa 40 metri di distanza gli urlava contro ogni genere di cose. «Mi sono rivolto a loro con la consueta cortesia - chiarisce il Cavaliere - spiegando che nessuno di noi si sarebbe comportato così e non avrebbe mai pensato di andare a disturbare una loro manifestazione... Ma loro niente, continuavano a gridare. Ho capito, quindi, che gli stavo sulle scatole e solo in quel momento mi è venuta in mente una storia che ho poi deciso di raccontare». Così il premier racconta come è nata la «questione del dito medio alzato» a Bolzano, descritta dai giornali come una barzelletta, estrapolandola dal contesto, e «facendomi quindi passare per volgare». Non si trattava di «una barzelletta, né di un aneddoto perché ho raccontato un caso vero», precisa il Cavaliere spiegando alla platea dell'Ance la sua versione. «Un giorno sono andato a far visita a mia madre per il suo compleanno. Colpito dall'enorme quantità di fiori che aveva ricevuto, dissi che tanta gente le voleva bene. Lei mi rispose che in realtà questi fiori erano dovuti alle tante persone che volevano bene a me». Non è proprio così, aveva risposto Berlusconi rivolto alla madre, spiegando che poco prima per strada una persona lo aveva apostrofato alzando il dito medio. «Questa è la dimostrazione che non tutti mi vogliono bene», aveva risposto il premier alla signora Rosa, che però lo ha contraddetto così: «Al contrario, Silvio, quel gesto è la dimostrazione che sei considerato il numero uno, il più bravo di tutti... A questo punto - conclude sorridendo il Cavaliere - l'ho abbracciata, perché la mamma è sempre la mamma...». «Il dito, comunque - assicura - non era assolutamente rivolto agli amici dell'opposizione. Così come il gesto delle corna fatto durante il

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