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Fini e Barroso: «Europa, avanti con le ratifiche»

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All'indomani del doppio no rivolto alla Costituzione da Francia e Paesi Bassi, Fini e Barroso concordano sulla necessità di non rifugiarsi nell'immobilismo che condurrebbe alla progressiva crisi del processo di integrazione europea. Il vice presidente del Consiglio italiano e il presidente della Commissione europea si sono incontrati in Sicilia nel corso della celebrazione del 50esimo anniversario della Conferenza intergovernativa di Messina. Gianfranco Fini e Josè Manuel Barroso hanno avuto un colloquio di 40 minuti poco prima dell'inizio dell'appuntamento che si è svolto nel Palazzo Municipale. I due hanno concordato sulla necessità di giungere a una posizione condivisa da tutti gli Stati per rispondere ai problemi creati dal risultato negativo del referendum in Francia e Olanda. Il Trattato costituzionale è già stato ratificato da 10 Paesi e si deve riconoscere anche agli altri il diritto di pronunciarsi. Occorre evitare che l'incidente di percorso si trasformi in una crisi del processo di integrazione e in una paralisi delle attività. Gli impegni definiti dal consiglio europeo vanno rispettati sia in politica interna che nel quadro dell'allargamento e delle relazioni esterne dell'Unione. «Dopo il referendum in Francia e Olanda nulla può essere come prima - ha detto Fini - Ma il risultato non deve indurci alla rassegnazione o alla paralisi. Non possiamo ignorare che tutti i governi hanno sottoscritto a Roma il Trattato costituzionale, che ben dieci lo hanno già ratificato e che, quindi, sussiste l'obbligo politico, giuridico e morale di sottoporlo a ratifica anche nei Paesi che non si sono ancora espressi». Il duplice no franco-olandese deve servire da stimolo per guardare avanti con ancora maggiore determinazione e coraggio. «Dobbiamo dimostrare ai nostri concittadini - prosegue Barroso - che l'Unione può dare una risposta efficace alle loro preoccupazioni. La Commissione europea continuerà a prendere decisioni importanti che apportano reali vantaggi a tutti i cittadini d'Europa.

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