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Il presidente della Camera spinge per l'adesione al partito unico. Follini più isolato

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Il sogno di Casini

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E poi telefonate, messaggi. Il centro è in gran fermento. Se a sinistra Rutelli e i suoi si preparano allo scontro finale contro Prodi, a destra ci si organizza. Perché in calendario gli appuntamenti ormai si avvicinano. Lunedì si riunirà il consiglio nazionale dell'Udc che dovrà, tra l'altro, decidere se tenere o no il congresso a fine giugno. E poi, tra otto giorni, si terrà anche il congresso di costituzione della nuova Dc di Gianfranco Rotondi. Appuntamenti che sono interconnessi, intrecciati tra loro e che saranno decisivi nelle prossime settimane. A cui va aggiunto anche, in mezzo, Silvio Berlusconi, che lancerà una nuova proposta per dare maggiore forza alla costituzione del partito unico. Cominciamo dalla fine. Rotondi un tempo era il berluscones principe dell'Udc. Troppo berluscones tanto che rompe con Follini, esce dal partito, e se ne fa un altro, la Dc appunto. Resta fuori dalla Casa delle Libertà, non fa l'accordo per le Regionali e fa male al centrodestra in un paio di occasioni. Ora Rotondi, mente fina come tutti gli irpini, farà il congresso a cui potrebbe aderire Raffaele Lombardo, il trionfatore delle elezioni catanesi, che flirta con Fassino ma pensa un centro «libero e indipendente». Certo se lui, Lombardo, altro fuoriuscito dall'Udc, farà l'intesa con la Dc, un patto federativo per cui resterà autonomo nella sua Sicilia, Rotondi per Follini sarebbe davvero un problema. Perché il suo partitello gli potrebbe dare fastidio. Anzi, nasce proprio con questo preciso obiettivo, tanto che Lombardo ha fatto sapere che potrebbe rientrare nel partito di via due Macelli a una sola condizione: Carlo Giovanardi segretario. Ed eccoci al ministro per i Rapporti con il Parlamento. Per lunedì appare deciso a chiedere il rinvio del congresso all'autunno prossimo, il tempo necessario per preparare la scalata al partito con l'aiutino di Berlusconi. Chi c'è con lui? Per ora solo Emerenzio Barbieri, vulcanico deputato bolognese, che sempre più spesso si vende varcare il portone di via del collegio Romano dove ha sede il ministero dei Beni Culturali. Insomma, è l'indirizzo di Buttiglione, il quale ieri è arrivato alla sfilata del 2 giugno sottobraccio a Pier Ferdinando Casini. Giovanardi presenterà una mozione per chiedere il rinvio dell'assise. E potrebbe trovarsi dalla sua anche Mauro Cutrufo, che detiene un pezzo consistente nel partito a Roma. Ma a sorpresa potrebbe piovergli addosso un aiuto inaspettato. Quello discreto e riservato di Casini. Il presidente della Camera è sempre più convinto che sia necessario aderire al progetto berlusconiano del partito unico. Sa bene che è quella la chance concreta di prendere in mano le redini del centrodestra in caso di uscita di scena del Cavaliere. E sa che adesso il momento è propizio. L'altro pretendente, Gianfranco Fini, appare fuori gioco. Forzisti che possano salire al rango di leader non se ne vedono. Formigoni recluso nel «castello dorato» in Lombardia; Pisanu, Scajola e Tremonti sembrano più intenti a farsi guerra tra loro che prendere in mano la leadership. Insomma, è il momento di Casini. Il bel Pier è stato incoronato proprio di recente dal Cavaliere, il quale però si attende un passo concreto da parte sua. Quale? Un'esplicita adesione dell'Udc al partito unico. E Casini aspetta che gli sia data la piena titolarità del futuro partito unico. Comunque sia ha di fronte a sè due strade. La prima, se il congresso dell'Udc resterà alla data fissata a fine giugno-inizio luglio, è chiedere, visto che si tratta di un'assise programmatica, che si concluda con un invito chiaro di dare il via libera al partito unico. Altrimenti il presidente della Camera ha il piano numero due, quello che sta accarezzando con maggiore entusiasmo. E prevede appunto il rinvio del congresso in autunno, quando le idee di Berlusconi saranno più chiare. Se la nuova formazione politica avrà i connotati del Partito popolare europeo, Casini potrebbe anche pensare all'ipotesi di scioglimento dell'Udc e della sua confluenza nella nuova struttura. Una

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