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Urbani ora rischia il posto

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La decisione è stata spiegata ieri in una nota dell'organismo di garanzia in cui si legge: «Il 17 maggio 2005 - ricorda la nota - l'onorevole Giuliano Urbani, ministro uscente dei Beni e delle Attività Culturali, è stato designato membro del Consiglio di Amministrazione della Rai. L'articolo 2 della legge sul conflitto di interessi estende l'incompatibilità per coloro che hanno ricoperto cariche di governo per ulteriori 12 mesi dalla cessazione dell'incarico. La norma si riferisce a quei casi in cui gli stessi soggetti vadano a ricoprire cariche in enti di diritto pubblico, anche economici, e in società aventi fini di lucro che operino prevalentemente in settori connessi con la funzione precedente. L'Autorità, a seguito della designazione dell'onorevole Urbani che è avvenuta, come è noto, prima della scadenza dei 12 mesi dalla cessazione del precedente incarico, è tenuta a verificare se possa sussistere un'eventuale violazione dell'articolo 2 della legge sul conflitto d'interessi». Secondo lo stesso Urbani, però, l'ipotesi di conflitto di interessi non sussisterebbe. A quanto si apprende, la tesi che l'ex ministro sosterrà, in una risposta scritta all'Authority, è che il ministero per i Beni culturali non ha interessi preminenti nel settore delle telecomunicazioni.

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