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Onorevoli a tavola, tra inciuci e ricette

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La battuta, tra il serio e il faceto, viene fatta scivolare da Clemente Mastella mentre si conversa di politica e cucina. Daniela Santanchè non la lascia passare e subito ribatte: «Ti informo che da oggi il premier è a dieta. Organizzerà poche cene nei prossimi mesi». All'origine del botta e risposta la convinzione, condivisa da entrambi gli interlocutori, che la politica in Italia si faccia più davanti a un piatto fumante che in Parlamento. Così confermano quasi tutti gli oltre cento deputati e senatori intervistati dalla collaboratrice parlamentare Silvia Rossi, il cui libro «Onorevoli a tavola" è stato presentato ieri a Roma, sulla terrazza dell'associazione Civita, affacciata su piazza Venezia. «È assolutamente così — dice Mastella — Due miei partiti, compreso l'Udeur, sono nati nel mio appartamento a Roma. Un governo Cossiga è stato fatto saltare a casa di un amico». Il dibattito tra Mastella e la Santanché è stato moderato dal direttore del Gambero Rosso Stefano Bonilli. In platea vari politici, tra cui Giuseppe Cossiga. Da smentire, secondo Mastella, la diceria che i migliori intrighi nascano al ristorante. «Con tutta la scorta che abbiamo è il luogo dove meno si passerebbe inosservati. L'unico posto è in casa propria. Se poi si deve ricucire uno strappo, consiglio la presenza delle mogli». Più preoccupata della linea e meno degli inciuci la Santanché. «Frequento poco i ristoranti romani. Dopo certe cene, poi, devo digiunare un giorno intero». Che la politica faccia male alla linea pare un'altra cosa assodata. Ma gli unici rimpianti di Mastella restano l'invito a cena a Bossi, non raccolto. «A Ceppaloni gli avrei confuso le idee offrendogli prodotti tipici meridionali».

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