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Oggi il Consiglio dei ministri decide sulle richieste sindacali

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Un incremento medio - afferma il leader cislino, Savino Pezzotta - che non raggiunge la soglia psicologica dei 100 euro, come era nelle intenzioni del ministro dell'Economia, Domenico Siniscalco. La battaglia nel governo si profila tutt'altro che facile: da una parte ci sono An e Udc che spingono con forza per chiudere la vicenda; dall'altra la Lega, che frena sugli aumenti, usando espressioni forti. «Dobbiamo investire sulla crescita e la ripresa - dice il ministro del Carroccio, Roberto Maroni - spero che domani si decida di andare in questa direzione, piuttosto che verso il baratro». Ma su «tentativi suicidi - aggiunge - non garantisco». Alla vigilia dell'appuntamento, ieri è proseguito il braccio di ferro nella maggioranza, mentre i sindacati hanno respinto con forza l'accusa rivolta loro dal premier, Silvio Berlusconi, di aver presentato richieste irresponsabili. In concomitanza con la riunione dell'Esecutivo, Cgil, Cisl e Uil faranno pressing con assemblee nei luoghi di lavoro che, a Roma, vedranno anche la partecipazione dei leader di Cgil, Cisl e Uil, Guglielmo Epifani, Savino Pezzotta e Luigi Angeletti. I ministri dell'Udc, Mario Baccini, e di An, Gianni Alemanno, si preparano a condurre insieme la battaglia al Consiglio dei ministri. Per Baccini, la palla ora passa al premier. Il responsabile di palazzo Vidoni annuncia, infatti, che oggi porterà i risultati delle consultazioni, affidando al premier «la decisione sugli sviluppi». «Saremo al suo fianco», annuncia Alemanno riferendosi al collega centrista, e aggiunge: «da parte nostra e dell'Udc c'è la volontà di sciogliere il nodo politico e chiudere il contratto: 111 euro è una cifra superata, quella negoziata è molto più ridotta. C'è un accordo possibile, a portata di mano, su cui si può chiudere». «Aumentare gli stipendi agli statali significa far crescere la spesa pubblica in modo improduttivo», dice Maroni, secondo il quale gli stessi dati sul pil indicano che la questione va rivista in una luce diversa. «Bisogna rastrellare le risorse per sostenere l'economia, non per aumentare gli stipendi agli statali». Ma i sindacati insistono, mediazione non contrattabile. Secondo Epifani, le parole del premier, che considera irresponsabili le richieste sindacali, sono «fuori luogo. O non è bene informato sulle cifre - afferma - o lo fa apposta». Mentre il segretario della Cgil auspica anche che non siano vere le indiscrezioni secondo le quali il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, avrebbe contattato Confindustria perchè reagisse sugli aumenti per gli statali.

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