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di GIANNI DI CAPUA FOLLINI non ci sta.

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Così parte la prima bordata agli alleati: «Sia chiaro che non vogliamo fare l'abbonamento alla sconfitta». Poi arriva la seconda, un avvertimento: guardate che comunque ad andare male siete stati voi, perché noi comunque siamo andati bene. «È un'altra sconfitta che si aggiunge al rosario delle difficoltà della Cdl — spiega Follini — Mi conforta il fatto che, in mezzo a tante ombre, un po' di luce venga ancora una volta dal buon risultato dell'Udc. Ma per la coalizione di maggioranza si tratta di un altro passo indietro. Aspettiamo Catania, lavoriamo per un risultato positivo, ma sia chiaro che non possiamo, e da parte nostra non vogliamo, fare l'abbonamento alla sconfitta». Parole che hanno provocato subito una replica da parte di Forza Italia, forse il partito che si è sentito più nel mirino del segretario centrista. Così Francesco Giro, responsabile degli azzurri per il mondo cattolico, risponde ai Follini invitandolo a lasciar correre il «cavallo di razza» della Cdl, cioè Silvio Berlusconi. «Nessuna forza politica dotata di buonsenso vuole abbonarsi alla sconfitta — ha proseguito Giro — ma è anche vero che in questo momento elettorale così controverso la Cdl deve lasciar correre il suo cavallo di razza e allentare le briglia troppo strette che qualcuno vorrebbe imporgli. Silvio Berlusconi è un leader che offre il meglio di sè quando intorno a lui lavora una squadra solidale e coesa, protesa a raggiungere obiettivi condivisi. La battuta di arresto che la Cdl registra anche in Sardegna dimostra che è stato un errore non lasciare correre il nostro cavallo di razza, un leader politico che la sinistra può soltanto sognare e che invece noi abbiamo ma è frenato da briglie troppo strette». Alfredo Biondi, vice presidente della Camera e presidente del Consiglio nazionale di Forza Italia, risponde invece a Follini con un'altra stilettata: «Ha ragione l'onorevole Follini che non bisogna abbonarsi alla sconfitta. Infatti, occorre reagire non solo coltivando il proprio orticello ma aprendosi a soluzioni più vaste, competitive e conflittuali con la sinistra che s'inarca dagli agnoletti fino ai mastelli. Forse, in democrazia, suggerirei a Follini che occorre, se non abituarsi almeno accettare le fasi non positive e domandarsi, autocriticamente se accendere le micce nella santa barbara della propria nave non possa contribuirne al naufragio. Naufragio che spegnendo le micce si può ancora evitare». Secco invece il commento del ministro delle politiche agricole Gianni Alemanno: «Io non sottoscrivo alcun abbonamento alla sconfitta». «Queste elezioni frammentarie sono già segnate — ha proseguito — non aggiungono e non levano niente a quello che è già accaduto nelle regionali. Andare a cercare un dato politico sulle provinciali sarde o su quelle di domenica prossima è veramente molto frammentario. Il tema c'è ma non è questo il passaggio». Invece Alemanno incalza l'Unione: «È inutile che il centrosinistra ad ogni nostra sconfitta faccia una sorta di epica della propria vittoria. Potrebbe avere qualche brutta sorpresa già tra un anno».

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