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Rai, ora Cattaneo torna a prendere quota

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Il direttore generale potrebbe essere riconfermato. Spunta una trasmissione per Ferrara

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Per un solo motivo: ribadire che il posto per il quale vuole sentirsi in corsa è quello di consigliere di amministrazione in quota Forza Italia. Non certo per la poltrona del direttore generale Rai. Ma il ticket presidente-direttore generale è stato anche ieri al centro delle trattative interne alla maggioranza, mentre il centrosinistra si è limitato ad attendere una nuova proposta. «Siamo in alto mare ma ne stiamo parlando», ha confidato Berlusconi, mentre Fini ha assicurato ai suoi che «comunque, martedì mattina si voterà in vigilanza». La geografia dei consiglieri ormai sembra quasi completa con Gennaro Malgeri sicuro per An (l'effetto Landolfi si fa sentire), Alessio Gorla dunque per Fi, Sandro Curzi per Rifondazione, Carlo Rognoni per i Ds, Rizzo Nervo per la Margherita e Angelo Maria Petroni per il Tesoro. Qualche incertezza rimane invece per la Lega che deciderà proprio oggi e per l'Udc. E sempre sulle due figure cardine presidente e direttore generale che si gioca però la partita più complessa. Definitivamente tramontata la presidenza di Marcello Sorgi. Agostino Saccà sembra ora perdere terreno. Era stato proposto come dg in tandem con il diessino Claudio Petruccioli, aspirante presidente. Quest'ultimo, invece, resta in sella e in ticket con Angelo Codignoni — ex manager Mediaset, da tempo in Francia — che tornerebbe molto volentieri in Italia ed è molto stimato all'interno di Fi e potrebbe fare il dg. An, invece, preferirebbe un tandem del tipo Piero Gnudi (o Staderini)—Cattaneo abbinamento che potrebbe soddisfare così i centristi e riconfermare il manager attuale per garantire, tra l'altro, una continuità all'azienda. Anche se Cattaneo dimostra molta preoccupazione nei riguardi della futura mancanza di protagonisti televisivi come Bonolis e Amadeus. Favorevole a questa soluzione anche il ministro Landolfi che ieri ha sottolineato la possibilità di confermare Cattaneo (e a quanto pare soprattutto la Margherita accoglierebbe con entusiasmo questa eventualità che potrebbe aprirle nuove possibilità per quel che riguarda le poltrone su cui Cattaneo ha ancora l'interim) mentre ha spianato la strada al rientro di Giuliano Ferrara alla guida di un programma di informazione e di rilievo. E grande spazio avrà sicuramente nella nuova Rai anche Giovanni Minoli gradito a Prodi e al ministro delle Comunicazioni. Per l'ex conduttore di Mixer si apre la possibilità di una direzione di rete (Raitre?) o di una conduzione di un programma di punta per la prima serata. L'Udc vorrebbe, in questo caso, farsi risarcire della mancata nomina di Giancarlo Leone alla direzione generale con la promozione di Angela Buttiglione. Ma c'è chi dice che il direttore di Raiuno Fabrizio Del Noce non mollerà mai la sua poltrona. Per quanto riguarda il gossip interno di viale Mazzini nei corridoi si parla già della spartizione futura delle poltrone. Pare che An voglia assicurarsi in particolare quelle del personale, della produzione, di Raidue (quindi Massimo Ferrario verrebbe spostato) e delle risorse. Quattro gli obiettivi per Forza Italia: una vicedirezione generale, la produzione, acquisti e servizi e le relazioni esterne (che potrebbero passare a Giuliana Del Bufalo). Per l'Udc c'è in pole position Roberto Sergio che andrebbe alla Sipra mentre i centristi contano di sedersi anche sulla poltrona di Raiuno o di Raidue. E magari anche su quella di una vicedirezione generale. Per quel che riguarda il centrosinistra l'opposizione vorrebbe piazzare Piero Badaloni a Raitre togliendo di mezzo Paolo Ruffini che potrebbe tornare alla Radio. Che così potrebbe diventare feudo totale del centrosinistra.

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