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Primo sì alla Costituzione Ue

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L'Assemblea di Montecitorio ha approvato con 436 sì, 28 no (la Lega e il Prc) e 5 astenuti (i Verdi) la ratifica del testo firmato dai Capi di Stato e di governo dei 25 Stati membri dell'Ue in Campidoglio lo scorso 29 ottobre, e che ora passa al Senato. Palazzo Madama potrebbe dare il via libera definitivo al testo entro la fine di febbraio. Un risultato del quale si compiacciono le massime cariche dello Stato: a partire dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che per un soffio non è arrivato a votare in Aula ma ha appreso «in diretta» l'esito del voto che il presidente della Camera Pier Ferdinando Casini ha definito «storico» fra gli applausi dei deputati. Secondo il premier, che si dice «soddisfattissimo», il voto della Camera «con una maggioranza del 90% conferma che l'Italia vuole essere protagonista in Europa», ed aiuterà gli altri Paesi europei dove è previsto un referendum. Entusiasta anche il vicepremier Marco Follini: «Questo Trattato - sottolinea - è un passo avanti verso la costruzione di un'Europa più unita e più solida. È importante che questo passo l'abbia fatto l'Italia tra i primi». Il dibattito parlamentare, protrattosi praticamente per un'intera giornata in un Aula mai particolarmente affollata (il primo ministro che si è visto nell'emiciclo è stato Gianfranco Fini), ha chiaramente evidenziato le posizioni delle forze politiche rispetto alla Costituzione Ue e, soprattutto, ha messo in luce la spaccatura che sui temi europei c'è tra la Lega ed il resto della Cdl, così come tra il Prc e il resto della Gad.

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