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E ora tutti alle primarie contro Prodi

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Prima Bertinotti, ora Di Pietro e Pecoraro Scanio sfidano il Professore per la nomination di maggio

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Sulle modalità di svolgimento non c'è alcuna certezza, perché se Bertinotti non farà un passo indietro non si potrà escludere nulla, perfino una candidatura Ds: è questo l'esito del vertice della Gad di ieri in cui il leader ha sostenuto la tesi di primarie a più candidati contro il parere di Piero Fassino e di altri leader dell'alleanza. Un vertice di oltre due ore al termine del quale si è deciso che il 1° febbraio saranno presentati i candidati presidenti della Gad e che nello stesso mese si terrà una grande manifestazione per lanciare la campagna elettorale delle regionali. Una riunione in cui Parisi avrebbe esposto il suo progetto di regole per le primarie nazionali, sulla falsariga di quelle pugliesi, animata però, dalla contrarietà espressa a chiare lettere da diversi leader e soprattutto da Fassino a Bertinotti sulla sua candidatura contrapposta a Prodi alle primarie. «Le primarie fatte così sono incomprensibili - avrebbe detto Fassino che vuole un vertice di chiarimento della coalizione entro la settimana - perché abbiamo indicato tutti e nove Prodi come nostro candidato premier e non si capisce perché tu insisti su una scelta del genere». «Come si fa a impedire allora che ci sia anche un candidato dei Ds?», avrebbe aggiunto Boselli, con Fassino che assentiva, visibilmente infastidito. «Se ti presenti, devi dire chiaramente che sei alternativo a Prodi, non puoi dire che lo sostieni e poi candidarti. Non puoi incassare entrambe le cose», avrebbe aggiunto Boselli con un argomento ripreso anche da Mastella (sono molto perplesso), Diliberto (contrario alle primarie) e altri segretari. «Io voglio presentare comunque un'opzione alternativa», avrebbe replicato il leader del Prc, innescando le reazioni di Di Pietro e Pecoraro Scanio, intenzionati a candidarsi anche loro. Diliberto ha lanciato l'allarme: «Se si candidano tutti, c'è il rischio che invece di fare la guerra a Berlusconi la facciamo dentro il centrosinistra e a me sembra una pazzia». Da parte sua, Prodi avrebbe sostenuto le ragioni di Bertinotti e di chi si vuole candidare: «Io ho una differente valutazione del problema: per me la competizione è un bene, è una ricchezza che ci sia anche una presenza di altri candidati». Per il resto, si è aperto un caso non da poco con lo Sdi, accusato da Verdi, Pdci e Di Pietro di voler appoggiare un progetto di legge della Cdl in Calabria per far passare uno sbarramento al 3% della legge elettorale. «O lo Sdi si sfila da questa manovra - ha minacciato Pecoraro - o c'è lealtà da parte di tutta la coalizione, oppure sorgerebbero difficoltà con Del Turco in Abruzzo». Un tema, quello della candidatura di Del Turco, su cui Di Pietro avrebbe alzato le barricate, collegandosi anche, ma non solo, alla vicenda Calabria. E alla fine, la sintesi realistica di Diliberto è che la riunione è stata «interlocutoria. Vedremo se si faranno le primarie».

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