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È il Fausto-day, ora è lui a guidare la Gad

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Ora potrebbe anche vincere le primarie contro Prodi e diventare il vero candidato

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Il telefonino non smette di squillare e si è già dimenticato della nottatta passata in piedi in attesa dei risultati. Sa che questa vittoria del suo pupillo Vendola sul «bocconiano» Boccia alle primarie pugliesi va molto al di là del risultato in senso stretto. Che però è già rivoluzionario comunque. La verità è che se litigano Prodi e Rutelli, il terzo, cioè lui, Bertinotti, gode. Anzi, magari sogna già un futuro non tanto lontano a Palazzo Chigi... Il popolo di sinistra, infatti, dopo mesi e mesi di confusione, simboli da inventare e da dimenticare, battutacce da digerire e invidie da sanare, è stufo marcio di ingoiare e si butta sempre più «a sinistra». E ormai l'unico rimasto a dire e fare cose di sinistra (insieme a quel girotondino nostalgico di Nanni Moretti) è proprio lui: il dandy delle fabbriche. Che ora si prepara a guidare la Gad. D'altra parte se due leader più moderati come il Professore bolognese e il «bello guaglione» romano perdono di credibilità, al popolo rosso non resta che diventare sempre più rosso per salvare le proprie radici comuniste. E l'asse Ds-Margherita si sbiadisce sempre di più. Fino a rischiare di dissolversi nel nulla. «La notizia della vittoria di Nichi Vendola nelle primarie pugliesi dà un'emozione. La politica è davvero una grande risorsa quando si affida al popolo. E la democrazia, la partecipazione popolare, sono le leve che possono sollevare la politica», esulta quel radicalchic di Bertinotti. Poi aggiunge con entusiasmo nella sua giornata di trionfo: «Tanti equilibri posticci saltano, tante presunte verità e tante pigrizie vengono dissolte dalla partecipazione popolare -sottolinea- Vince la verità del popolo, vince Nichi Vendola, un uomo politico legato ai movimenti ed espressione della sua terra». Per Bertinotti la rivoluzione del «suo» popolo è già in atto: «Vendola ha intercettato anche voti moderati? Lo si è visto, è stato dimostrato». Non c'è dubbio quindi, per il Fausto sarà la rivincita dei rossi doc contro quei moderati sempre indecisi: «È caduto un tabù -conclude- perché un candidato comunista della sinistra radicale può guidare l'intera coalizione in una battaglia per conquistare il governo di una regione. La Grande alleanza democratica esce rafforzata dalla prova pugliese, che la aiuta ad avere coraggio». Questo, tanto per sottolineare che finora tanto coraggio quelli della Gad non l'hanno avuto per niente. E nemmeno quel Prodi al quale già qualche anno fa il Fausto fece un bello sgambetto proprio mentre era al governo. Davanti ai fuochi d'artificio del Bertinotti day la Cdl già vede tramontare la coalizione di centro-sinistra e profilarsi uno schieramento trasversale con maggioranza Ds, Pdci e Rifondazione. Insomma, forse il leader da combattere per il centrodestra sarà proprio lui, il Fausto. Un vero pericolo rosso, altro che Rutelli. La Gad invece si divide nettamente, tra chi sta con Bertinotti e chi cerca di negare l'evidenza. Il leader dei Comunisti italiani Diliberto ad esempio è convinto che le primarie rischiano di «non rappresentare i reali rapporti di forza dell'elettorato». Bertinotti sempre più snob nemmeno gli risponde. «Sono troppo contento», sorride. E Prodi? Ingoia amaro e allarga le braccia in un «sono serenissimo», che lascia intendere il contrario.

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