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«Ma abbiamo aiutato i più deboli»

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E adesso possiamo fare di più, partendo dal quoziente familiare». Gianluigi Magri (Udc), sottosegretario all'Economia, difende le scelte dell'esecutivo. Senatore, sui Tango bond il governo non ha fatto molto... «Falso. Abbiamo fatto quello che potevamo, ovvero sollecitare il Fondo Monetario internazionale e l'Ecofin. E lo abbiamo fatto in tutte le occasioni. La competenza è loro, non era possibile aprire una trattativa diretta con il governo o intervenire sui loro beni». Dopo un anno dagli scandali Parmalat e Cirio, la legge sul risparmio ancora non è stata approvata. Perché? «Proprio oggi abbiamo fatto dei buoni passi in avanti. Mi sembra che i risparmiatori hanno ricevuto sempre una grande attenzione da parte di questo governo». Da un lato si sentono poco tutelati, dall'altro l'esecutivo continua a rastrellare con i giochi soprattutto sul ceto medio. Con una mano prende e con l'altra non dà? «Non è vero, non si può guardare solo così. Anzitutto va detto che gli italiani sono molto maturi e si rendono perfettamente conto che abbiamo agito e stiamo agendo in una condizione particolarmente sfavorevole dal punto di vista congiunturale. Nonostante ciò abbiamo mantenuto le promesse e credo che questa sia un'assoluta novità della politica italiana». E poi? «Potrei rispondere con la riforma delle tasse, ma preferisco non entrare nel dettaglio. E ricordare che un nucleo familiare di quattro persone che ha un reddito sotto i 14mila euro non paga nulla. Nulla fino 14mila: insomma, non mi pare sia uno scherzo». Ma si poteva fare di più? «Ricordiamo anche che quella appena approvata è stata la seconda parte della riforma fiscale, con la prima già si era dato un sostanzioso aiuto alle fasce più deboli». E adesso? «Adesso il nostro prossimo obiettivo è varare il quoziente familiare che consentirebbe di far pagare le tasse non solo in base al reddito ma anche in base a quante persone il contribuente ha a carico: sia anziani sia figli». F. D. O.

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