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La sconfitta di un ministro dimezzato

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Ignorato durante la crisi Fiat. Tremonti gli ha tolto molte competenze

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La maggioranza si era riunita per affrontare il caso Fiat. La crisi del gruppo torinese era appena esplosa e il governo al gran completo era a Palazzo Chigi per decidere il da farsi. Marzano varca la sala in ritardo e dà il tempo a qualcuno di lanciare la pungente battuta. Un sarcasmo che è il termometro della situazione. È da tempo che la stella di Marzano si è appannata, logorata prima dall'esorbitante personalità di Tremonti, poi da alcune operazioni poco riuscite. Tremonti sin dall'inizio gli ha tolto la terra sotto i piedi strappandogli piano piano ma con grande determinazione, la competenza su una serie di finanziamenti alle imprese. Così quando in piena crisi Fiat, Berlusconi ha preferito ricevere i vertici torinesi ad Arcore invece che al ministero delle Attività Produttive, nessuno si è stupito più di tanto. Come pure non fa più notizia che ad ogni voce di rimpasto e di scambio di poltrone, il nome di Marzano venga tirato in ballo come il più a rischio. Di lui si parla da tempo come un ministro dimezzato. Tremonti gli ha sfilato la competenza sugli investimenti all'innovazione nell'industria a cui ha anche dato il suo nome, la Tremonti bis. Gli ha poi soffiato la competenza sugli incentivi alle imprese del Sud, riscadenzando i bandi e mettendo dei tetti alle spese. Una strategia di fuori gioco che non è mai esplosa in uno scontro ma che ha finito per mettere nell'angolo Marzano e relegarlo ad un ruolo secondario. Tremonti come un abile Mazzarino ha sempre chiamato in causa la necessità di dover verificare la compatibilità di ogni intervento finanziario con il bilancio pubblico e non trovando un argine resistente in Marzano ha finito per fare piglia tutto. E lì dove l'ex ministro dell'Economia non è arrivato ci hanno pensato le amministrazioni locali che hanno messo le mani sulla gestione di pacchetti di finanziamenti ottenendo la regionalizzazione di molte competenze. A completare il quadro si aggiunge il rapporto, non certo idilliaco, con il viceministro Urso. Già il fatto di aver perso il Commercio Estero per Marzano è stata una sconfitta ingoiata a fatica. Così spesso le missioni all'estero per promuovere il made in Italy si trasformano in un oggetto di contesa tra i due per metterci il cappello sopra. Non è un mistero che Urso ambisca ad un ministero e ogni volta che tira aria di rimpasto o di scambio di poltrone ecco che viene tirato in ballo anche come sostituto di Marzano. Il professore finora è stato difeso da Berlusconi ma c'è chi sostiene che più di una volta il premier si sia mostrato insofferente. Anche quelli che avrebbero dovuto essere i fiori all'occhiello delle Attività Produttive alla fine si sono rivelati dei boomerang. Come nel caso del decreto sblocca centrali che finora ha prodotto scarsi risultati.

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