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Competitività, è pressing sul governo

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Tiene l'asse di ferro Confindustria-sindacati, Montezemolo cita Lama. E poi va da Berlusconi

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Per sottolineare l'esiguità degli stanziamenti che il Governo intende mettere in campo per rilanciale l'apparato produttivo, il presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo, subito dopo aver incontrato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, «scomoda» nientemeno che l'ex segretario generale della Cgil Luciano Lama. «Lama nel '91, commentando la Finanziaria di allora - ricorda infatti il numero uno di viale dell'Astronomia - ha detto: "un impiego delle risorse, magre purtroppo, in una situazione così impervia e difficile, esige, anzi esigerebbe, una concentrazione di mezzi verso l'occupazione e lo sviluppo, che però non vediamo". Potremmo dire oggi la stessa cosa nel dibattito per rilanciare la competitività - continua -, perché è un fatto oggettivo, non di parte sociale o di parte politica». Partendo da quello che ha definito il «distacco» fra i problemi reali del Paese e la politica, Montezemolo invia inoltre un nuovo messaggio di apertura al sindacato. «Al di là del fatto che lo si chiami dialogo sociale o concertazione - afferma - io credo che questo deve essere un discorso a tre, triangolare, tra sindacati, imprese e governo. Sulla scarsa consistenza delle risorse da destinare al rilancio della competitività sono tornate anche Cgil, Cisl e Uil. «Spiccioli» le definisce il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani, utilizzando la stessa espressione usata nei giorni scorsi dal collega della Cisl Savino Pezzotta. Ma Epifani va oltre: non si tratta solo di risorse economiche, quello che serve, e quello che legge anche nelle richieste degli imprenditori, è una vera è propria svolta nella politica industriale. E apprezza la linea degli industriali. «È importante che Confindustria prenda sul serio la richiesta di un cambiamento della politica industriale - afferma infatti il leader della Cgil - È questo il punto vero su cui anche noi siamo d'accordo: cioè usare questo tavolo, che per il Governo può essere solo di immagine, per incalzarlo a fare scelte efficaci». Per questo con Confindustria sono «possibili convergenze» sulla ricetta per superare la crisi industriale che attanaglia il Paese. «Confindustria - dice ancora Epifani - parte dalle nostre stesse esigenze, chiaramente con un'attenzione rivolta soprattutto al mondo delle imprese. Ma c'è una convergenza di preoccupazioni e credo ci possano essere anche convergenze sulle ricette». Giudizio sospeso sul documento in corso di stesura da parte di Viale dell'Astronomia da parte del numero uno della Cisl, Savino Pezzotta, che da giorni, comunque, chiede a gran voce un cambiamento radicale della filosofia che ispira la politica industriale del Governo. «Non mi sembra una grande novità - sostiene infatti Pezzotta a proposito del testo che l'associazione degli industriali stà limando in queste ore - Da quello che ho letto sui giornali mi sembra la riproposizione, ammodernata, di quel documento che le organizzazioni imprenditoriali avevano già firmato e che noi abbiamo conosciuto. E che precedeva l'intesa realizzata con la stessa Confindustria». Un ennesimo richiamo all'Esecutivo affinchè il vertice di giovedì non si riveli un'inutile passerella di sigle datoriali e sindacali, viene invece dal leader della Uil Luigi Angeletti.

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