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Procreazione, la Consulta esamina il referendum La decisione a fine mese

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Oggi i referendum sulla legge sulla procreazione assistita approdano alla Corte costituzionale, a un mese esatto dal primo via libera ottenuto dalla Corte di Cassazione. Convocata in camera di consiglio, la Consulta deve decidere se i quesiti sono o no ammissibili: scontato il fatto che non toccano materie escluse dalla Costituzione dalla consultazione popolare (leggi tributarie e di bilancio, di amnistia e indulto e di autorizzazione a ratificare trattati internazionali), in sostanza i giudici costituzionali dovranno verificare se per come sono stati formulati i referendum rispondono ai criteri di omogeneità, chiarezza, univocità e completezza. Un lavoro che non si annuncia semplice: i quesiti sono cinque e toccano molteplici aspetti della legge. Improbabile dunque che la decisione intervenga in tempi rapidissimi. D'altra parte in base alla legge, la Consulta ha tempo sino al 15 febbraio per depositare la sua sentenza. Ma farà quasi certamente prima, visto che sia il presidente Valerio Onida e il suo vice Carlo Mezzanotte dovranno lasciare il 30 gennaio la Corte per scadenza del loro mandato. Sulla carta Onida avrebbe altri 20 giorni di tempo per firmare le decisioni prese nelle precedenti camere di Consiglio, ma si presume che punterà a chiudere la partita referendum prima della fine del suo incarico. Oggi la prima decisione riguarderà la costituzione dei Comitati per il no.

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