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L'Udc punta alla scheda unica

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Queste sono alcune delle proposte lanciate dal senatore Mauro Cutrufo dell'Udc in vista del confronto sulla riforma elettorale. Senatore Cutrufo, dopo la conferenza stampa di fine anno del Presidente del consiglio Silvio Berlusconi si è tornati a parlare di riforma elettorale. La Lega ha espresso la sua preferenza al cosiddetto Nespolum. Qual è la posizione dell'Udc? «La nostra proposta è quella di dare all'elettore una sola scheda valida per la quota maggioritaria e per il proporzionale. Una sola scheda semplifica ogni operazione di voto. In una colonna mettiamo il simbolo dei partiti, il riquadro delle coalizioni da votare. Per quanto concerne la preferenza da esprimere, l'elettore avrà uno spazio libero per poter esprimere la sua preferenza per il candidato. Quindi vogliamo abrogare la cosiddetta lista bloccata per il proporzionale. Per quanto riguarda la quota proporzionale proponiamo di raddoppiare la quota proporzionale dal 25% al 50%. L'altra metà dei rappresentanti degli elettori saranno eletti con la quota maggioritaria come avviene nel sistema tedesco. Però stavolta sarà l'elettore a scegliere il proprio candidato prendendolo dalla lista del partito che sceglie». E' una riforma che mette in discussione il bipolarismo? «No. E' il contrario. La riforma che vogliamo lo rafforza. Questo tipo di sistema permette le alleanze di coalizione prima del voto. Le coalizioni sono identificate dal titolo come potrebbe essere "La Casa delle Libertà per Berlusconi" accompagnata dai simboli dei partiti. Poi ci sono gli spazi per il candidato del maggioritario, che è già scritto, e quello per il proporzionale, da scrivere». Avete previsto modifiche per lo sbarramento al 4% stabilito nel 1993? «Oggi è previsto il 4% di lista. Noi proponiamo di sostituirlo con uno sbarramento di coalizione del 6%. Se un partito è alleato con una coalizione che ottiene oltre il 6% dei consensi questa singola forza viene rappresentata in Parlamento». Crede il paese voglia il ritorno al Proporzionale? «Il paese si è espresso più volte al non voto sul referendum che voleva modificare la legge elettorale eliminando la quota proporzionale. E' accaduto nel 1999 e nel 2000. Quindi c'è stata una riscoperta del proporzionale. Da questo punto di vista il paese è maturo. C'è un'ampia condivisione».

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