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Sulla fecondazione è l'ora dei laici

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Marco Pannella parla del ritorno della linea «Fanfani- Almirante», il segretario dei radicali, Antonio Capezzone, vede nell'iniziativa della compagine un «atto illiberale» e critica il silenzio del centrosinistra su questo tema, augurandosi che il referendum si tenga comunque. Ma se l'ex socialdemocratico e attuale senatore di Forza Italia, Carlo Vizzini, si attendeva un atteggiamento più «laico ed equidistante da tutte le culture in campo, da parte del governo», il socialista Bobo Craxi critica senza mezzi termini l'iniziativa, definendo il ricorso alla Consulta «un vero e proprio colpo di mano, avendo scelto l'esecutivo la strada della neutralità sul piano parlamentare». Compatta l'opposizione nelle critiche: «La decisione del governo è assolutamente scandalosa», sostiene il verde Pecoraro Scanio il quale auspica venga revocata «quanto prima» per consentire ai cittadini di esercitare un diritto assolutamente garantito». Di qui l'appello alla mobilitazione «di un ampio fronte» che dovrà andare - secondo i Verdi - «ben oltre i promotori del referendum». Su questa linea si attestano, in linea di massima, anche gli esponenti della Margherita, di Rifondazione Comunista e dello Sdi. «Il referendum sulla procreazione assistita a questo punto si deve fare», afferma il presidente dei deputati dei socialisti italiani, Ugo Intini. «Il referendum è un diritto», aggiunge Pierluigi Mantini, della Margherita, dicendosi convinto che la Corte Costituzionale «valuterà con equilibrio circa l'ammissibilità dei quesiti sulla base di una consolidata giurisprudenza». Erminia Emprin, di Rifondazione, parla invece di una azione difensiva e tardiva del governo per impedire il referendum e difendere «una legge medioevale e crudele sulla fecondazione». Difesa piena dell'appello alla Consulta, invece, da parte di Riccardo Pedrizzi (An), e di Luca Volontè (Udc). La libertà di coscienza su questo tema, nel caso in cui i referendum venissero confermati, viene ribadito dalla portavoce di Forza Italia, Elisabetta Gardini: «la scelta di coscienza - dice - è un valore acquisito nella nostra società, per laici e cattolici, ma ha bisogno di serenità, di dialogo e soprattutto di conoscenza. In questo senso attendiamo il giudizio della Consulta».

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