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TUTTO il Fronte islamico è in ristrettezze economiche.

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Il messaggio di Osama Bin Laden conferma quindi la congiuntura economica che attraversa la Jihad. In Bosnia, nelle moschee di Sarajevo e Zenica si raccolgono fondi per i «combattenti santi» che lottano in Iraq contro i «nemici dell'Islam». Lo stesso in Arabia Saudita nonostante la repressione del governo di Riad sono in molti a versare l'obolo per la guerra santa così come fu fatto per la guerra in Afghanistan contro i sovietici e per la Bosnia nei primi anni novanta. In quegli anni, invalidi di guerra in mimetica chiedevano l'elemosina all'ingresso dei luoghi santi di Mecca e Medina. E fondi per la jihad vengono raccolti anche nelle molte piccole moschee in Italia, Spagna, Germania e Inghilterra dove in quella di Finsbury Park, feudo di Omar Bakri, autoproclamatosi portavoce di Al Qaeda in Europa, si organizzano manifestazioni di solidarietà ai combattenti in Iraq. Ed ora i «Mujaheddin della Cecenia» lanciano un appello ai «Re, presidenti, principi, ministri, insegnanti, scienziati, imam e poeti. Agli uomini di affari, ai ricchi e ai direttori delle charity. Sostenete la nostra lotta e siate generosi». I mujaheddin sostengono in un lungo messaggio che stanno combattendo una battaglia in difesa dell'Islam contro gli atei russi per questo hanno bisogno che tutto il «popolo fedele ad Allah» sostenga con un proprio contributo in denaro la guerra santa. E dar forza alla richiesta ecco citare un verso del Corano con il profeta Maometto che invita a spendere i propri averi per una causa giusta. Mau.Pic.

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