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Ici, in sette Comuni su dieci incassi aumentati in due anni

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O più precisamente, hanno aumentato il gettito pro capite. Infatti, non tutti i Comuni presi hanno incrementato le aliquote o ridotto le detrazioni. A rilevarlo è l'ufficio studi degli artigiani di Mestre che denota come Agrigento, nel periodo preso in considerazione, ha accresciuto il gettito pro capite del 35,1% (record nazionale) con un aggravio di aliquota passata dal 5 al 6 per mille. Nel 2003, infatti, i residenti della città siciliana hanno versato nelle casse comunali un valore medio pro capite pari a 161 euro. «In molte città italiane che non hanno toccato le aliquote — sottolinea Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia — l'aumento del gettito può essere dovuto all'effetto combinato di almeno tre fattori. Il primo: una lotta più serrata all'evasione. Il secondo: l' aumento del valore catastale degli immobili. Il terzo: l'espansione delle aree edificabili». Dopo la città siciliana, al secondo posto a livello nazionale troviamo Verona, che tra il 2001 e il 2003 ha aumentato il gettito pro capite del 32,5%. A Cagliari, invece, di fronte ad una diminuzione dell'aliquota ordinaria dello 0,7 per mille, il gettito pro capite è aumentato del 23,2% attestandosi a 218,07 euro pro capite. Al quarto posto Savona (+23,1% per 190,98 euro pro capite) e al quinto Enna (+22,6% per 100,51 euro pro capite). Molto meglio è andata ai cittadini salernitani che hanno «subito» una riduzione degli importi pro capite del 13,1%, Viterbo dell'11,7% e Perugia del 10%.

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