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«Romano ha sbagliato, non ci sono prezzolati»

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Giuseppe «Peppino» Caldarola non ha dubbi. Lui, un passato da portavoce di D'Alema e da direttore dell'Unità e un presente da deputato dei Ds, spiega quali sono gli errori del centrosinistra e per quali ragioni non condivide il clima politico di questi giorni perché «il Governo va incalzato con delle controproposte». Onorevole Caldarola, come giudica la nuova versione aggressiva di Romano Prodi e perché l'esponente del centrosinistra utilizza termini così aggressivi come "mercenario" riferito ai giovani di Forza Italia? «Il debutto aggressivo appartiene alla logica di una campagna elettorale perenne. Non mi pare che la Casa delle Libertà sia meno aggressiva di Prodi. Il tema dei "mercenari" non mi sembra un grande argomento. Ritengo che sia una discussione da accantonare». Però è diventata una patologia. Prima Prodi aveva definito il leader della Margherita «'nu bello guaglione», poi ha divulgato una conversazione privata con Ciampi. Questo è il comportamento di un leader autorevole che si candida alla guida del Paese? «Non riesco a seguirla. Prodi non ha rivelato il contenuto di una conversazione. Ma ha detto quello che ha dichiarato a Ciampi. Sarebbe stato più grave se Prodi avesse rivelato le parole di Ciampi. La polemica con Rutelli si è rapidamente sanata. In questo momento non c'è nessuna diatriba. Il tema da proporre è quello tra centrodestra e centrosinistra. Per finire lo scontro è necessario disarmare i due contendenti. E per farlo si deve essere in due. Non ho mai visto una tregua unilaterale». A chi giova lo scontro se è lo stesso Prodi a dire che la legislatura deve finire nei tempi canonici e andare al voto nel 2006? Con le polemiche si vince la campagna elettorale? «Personalmente sono favorevole ad una campagna elettorale dove si confrontano i programmi. Però non credo che siamo lontani da un confronto politico. Ci sono le regionali. Questo risultato decide il futuro della legislatura». Perché nessun leader della coalizione ha difeso Prodi, ha detto una parola nella polemica sui "mercenari"? «Non so cosa accadrà. Non è detto che in ogni polemica deve esserci un coro unanime. È evidente che se la polemica diventasse personale contro Prodi lo difenderanno. Sulle singole frasi c'è una libertà di vedute». Perché il centrosinistra non riesce a trovare un nome? «Gad e Fed sono degli acronomi. Sono termini che possono non piacere. Penso che si debba andare verso una semplificazione. Gad potrebbe diventare Ulivo». Pensa che i giovani di Forza Italia siano dei mercenari, come ha detto Prodi? «No. Il mio pensiero è opposto a quello dei giovani di Forza Italia. Ma se un giovane "azzurro" fa politica e viene anche retribuito non penso che sia un "mercenario". Penso che sia un funzionario politico della parte politica avversa alla mia. Tutto qui». In questa fase cosa chiederebbe al centrosinistra se potesse esprimere un consiglio? «Incalzare il governo con delle controproposte. Noi abbiamo un'opinione pubblica abbastanza disillusa e spesso il vostro quotidiano ne parla. Bisognerebbe dare una risposta a questa disillusione per evitare che questo paese sprofondi nell'angoscia». Nel 1996 si era detto che il grande merito di Prodi fosse stato quello di avere utilizzato il senso tattico di D'Alema che costruì un alleanza che portò il Professore alla vittoria. Oggi Prodi sente questa assenza intorno a se? «Da questo punto di vista siamo più avanti del 1996. Otto anni fa avevamo con Rifondazione comunista un rapporto di desistenza. Adesso avremmo un accordo politico ed elettorale visto che tutti danno per certa la vittoria del centrosinistra».

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