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Il ministro del Welfare: Berlusconi fa un po' il «bauscia». Quindi annuncia che Bossi sta per tornare

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L'appello lanciato ad Assago trova accoglienze fredde negli altri partiti, che non sono d'accordo e la respingono Votare solo i grandi: i «piccoli» si ribellano

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La notizia dell'invito fatto dal premier a evitare di disperdere i voti sui partiti minori, li raggiunge immediatamente ovunque, e suscita proteste e commenti, variamente graduati, sia nei partiti della maggioranza che negli altri. Quasi tutti, a ragione o a torto, reagiscono piccati. In An è lo stesso Fini a commentare, con toni soft e comprensivi. «In campagna elettorale galvanizzare i propri iscritti con qualche battuta non mi sembra motivo di scandalo. Berlusconi sa benissimo che la verità è che in una logica bipolare, in un sistema maggioritario, si vince quando vince la coalizione, al di là della forza del partito che ottiene la maggioranza. A vincere è sempre la coalizione». Quindi, sulla battuta del premier del 51% a Forza Italia, aggiunge: «Il 20-22% ad Alleanza nazionale, un 8-10% all'Udc, un 4-5% alla Lega. Non mi sembra molto verosimile, però se si verifica ne sono felice». Secondo Maroni invece «Berlusconi in questi momenti fa un pò il bauscia, fa un pò lo sbruffone, ma siamo in campagna elettorale, ma la verità è che senza l'appoggio della Lega avrebbe fatto la riforma fiscale nel modo sbagliato, senza tenere conto delle famiglie, delle piccole e medie imprese». Quindi, il ministro leghista annuncia: «Avevo detto che ci sarà una sorpresa a Pontida. Mi correggo, ci sarà una sorpresa prima di Pontida. Vi invito a guardare Telepadania e ad ascoltare Radio Padania perché lì ci sarà una sorpresa e non solo per i leghisti ma anche per chi ha solo un sentimento di simpatia per Umberto Bossi». Quindi, un ritorno in pubblico del leader del Carroccio potrebbe avvenire prima 6 giugno, data prevista appunto per il raduno di Pontida. La reazione dell'Udc arriva sia dal segretario del partito Marco Follini, che dal presidente Rocco Buttiglione: «Il nostro - dice Follini - è un partito importante e rappresenta una grande tradizione, per questo mi auguro il successo di tutti i partiti della coalizione a cominciare dall'Udc. Governare - sottolinea - non è sfidare gli alleati, questo almeno ci ha insegnato la Dc e credo che l'insegnamento valga per tutti». E ricorda: «De Gasperi, che era De Gasperi gli alleati li sapeva coltivare e valorizzare. Ma era appunto De Gasperi...». E Buttiglione: «In una democrazia, i piccoli partiti hanno la possibilità di diventare grandi e poi credo che i voti degli elettori non siano in tasca di nessuno. Credo che chi è grande - aggiunge - debba stare attento a non diventare piccolo». Punto sul vivo è il presidente del Pri Giorgio La Malfa (che con Sgarbi ha fatto il «Partito della bellezza»): «Mi pare un grande segno di debolezza che il leader del principale partito di una coalizione sia costretto a chiedere agli elettori di concentrare su di sè tutti i voti sottraendoli anche agli alleati». «Ho collaborato - aggiunge - per cinquant'anni con la Democrazia cristiana e non ho mai sentito nessuno dei suoi leader chiedere qualcosa del genere». Il segretario del Nuovo Psi Gianni De Michelis, reagisce freddamente: «Da Berlusconi non c'è nessuna scortesia nei nostri confronti: in democrazia chiedere il consenso non è illegittimo... Ma a Berlusconi risponderei: tu vuoi i voti per Forza Italia, ma chi non si riconosce nel Ppe perché deve votare Forza Italia?». D. T.

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