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Maroni e Calderoli infuriati: «Un discorso da prima repubblica, un ritorno al trapassato»

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Questa la reazione della maggioranza al discorso inaugurale di Montezemolo. C'è la Cdl al gran completo davanti al nuovo presidente. Composto e disponibile il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ma fuori dal coro il ministro del Welfare, toccato nel vivo dalla censura di Montezemolo alla riforma federalista. La prima e più autorevole replica al programma di Montezemolo arriva direttamente dal palco con l'intervento del presidente del Consiglio che chiude l'assemblea. «La volontà di tutto il governo è di cercare insieme sui temi sollevati dal presidente Montezemolo le soluzioni migliori», afferma definendo il discorso «di spessore» e poi aggiunge: «Accolgo l'invito a lavorare in squadra e a guardare avanti. Imprenditori, siete il nostro petrolio». Si uniscono al premier, oltre al sottosegretario Gianni Letta che fa tanti auguri «non solo uno» a Montezemolo, anche il presidente della Camera, Pierferdinando Casini, che ritiene quello di Montezemolo «un ottimo discorso che merita di essere approfondito sotto molti punti di vista». Ma da parte degli altri alleati di governo i toni acquistano accezioni differenti. Promuove a pieni voti il vicepremier Gianfranco Fini: «Penso che il governo debba tenere conto di quello che ha detto Montezemolo, soprattutto per quel che riguarda la grande importanza che annette al dialogo con le parti e la centralità del Mezzogiorno». Gli fa eco il segretario dell'Udc, Marco Follini, che apprezza soprattutto «lo spirito del discorso: mi pare che abbia trovato il giusto equilibrio tra la scossa che bisogna dare e gli equilibri che è saggio rispettare. È stato, insieme, innovativo e diplomatico». Secondo il ministro delle Attività Produttive, Antonio Marzano, «è stata una relazione di grande respiro» con «una parte molto significativa che fa riferimento all'innovazione». Per il ministro delle Politiche Agricole, Gianni Alemanno è un intervento che «segna una svolta nella politica di Confindustria soprattutto per quanto riguarda il dialogo sociale e il Mezzogiorno». Cosa di cui è convinto anche il ministro Maurizio Gasparri, che sottolinea la scelta di «voler chiudere l'epoca dei dissidi». Molto positiva anche la reazione del ministro per le Politiche comunitarie Rocco Buttiglione, che esprime «un forte consenso» soprattutto per le parti relative alla concertazione e all'impegno per la ricerca e la scuola. Da Forza Italia giungono altre valutazioni favorevoli. «Sicuramente Montezemolo darà un grandissimo e importante contributo al rasserenamento del clima sociale, che in questi ultimi tempi non è stato dei migliori», dice Renato Schifani. E Alfredo Biondi definisce «non conformista e interessante» l'intervento. Il programma del neo presidente però delude profondamente il ministro del Welfare, Roberto Maroni. «Montezemolo non ha fatto una falsa partenza ma, una vera e propria inversione a "U" sul federalismo». Una inversione «rispetto alla strategia che la Confindustria ha tenuto negli ultimi anni, accompagnando un processo di riforme che ci sono state e che sono in itinere». Molto duro anche il vicepresidente leghista del Senato Roberto Calderoli, che vorrebbe un intervento immediato del premier: «Se il buongiorno si vede dal mattino, è veramente notte fonda. Il suo intervento è un concentrato di quanto di peggio abbia saputo produrre la prima Repubblica». Gli elementi che secondo l'esponente del Carroccio fanno pensare alla prima repubblica sono il «ritorno alla concertazione, ovvero una spartizione tra triplice e industriali», gli «aiuti a pioggia al Sud» e «un'avversione al federalismo e alle riforme».

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