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IL MINISTRO ALTERO MATTEOLI

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La nostra posizione è questa e non l'abbiamo cambiata». Altero Matteoli, ministro dell'Ambiente e uomo di punta di Alleanza nazionale, scandisce le parole, spiegando che «la destra al governo si è fatta portavoce di una svolta». Ministro, è soddisfatto di questo cambiamento in politica estera? «La destra ha sempre sperato nella costruzione di una nuova Europa, di una grande Europa, di un'Europa politicamente forte. Probabilmente se ci fosse stata questa Europa non ci troveremmo in questa condizione e non avremmo visto altre tragedia, come quella del Kosovo». Ma solo negli ultimi tempi si è levata la vostra voce? «Non mi sembra affatto. Da quando distribuivamo i volantini nelle strade e il massimo a cui potevamo aspirare era fare il consigliere comunale, parliamo di un'Europa delle patrie. Non siamo mica l'Ulivo!». In che senso, scusi? «Lei ha capito che posizione ha l'Ulivo? A me sembra che, gratta, gratta, sostengono che forse era meglio che restava Saddam Hussein in Iraq». Anche la maggioranza ha i suoi distinguo? «No, guardi: siamo tutti uniti su un punto che è centrale». E cioè? «Bisogna costruire una nuova Europa, più forte». Secondo lei, dunque, dovrebbe anche cambiare il rapporto con gli Usa? «È inevitabile. Oggi gli Stati Uniti trattano singolarmente con tutti i Paesi e questo ci rende chiaramente più deboli». Ma lei vorrebbe un'Europa alternativa agli Usa? «Non ho detto questo. Ripeto: serve un'Europa più forte. È evidente che questo comporta un riequilibrio». Restiamo all'Europa. Lei è candidato alle prossime elezioni. Se eletto che farà? Resterà ministro o opterà per l'impegno continentale? «Il partito ha voluto che facessi il ministro, il partito mi ha chiesto di candidarmi, il partito deciderà dopo, se sarò eletto, che cosa dovrò fare». Ministro, An invoca collegialità. Ma per questo è stato rinviata la riduzione delle tasse. Questo metodo non diventerà un freno per le decisioni? «Noi abbiamo posto un problema politico: se tagliamo le tasse dobbiamo cominciare dai più deboli. E questo perché, se l'obiettivo è quello di rilanciare l'economia con il rilancio dei consumi, è evidente che solo i ceti medi e quelli bassi possono incidere di più». L'obiezione era sul metodo, non sul merito... «E allora le dico che non condivido: decidere tutti assieme significa prendere decisioni più stabili. Insomma, meglio un giorno di tempo in più per discutere oggi che un mese domani».

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