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Prodi e il «listone» sotto il ricatto pacifista

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Il «professore», ieri a Firenze con la candidata ulivista Gruber, aspetta però l'incontro Berlusconi-Bush

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Vogliono in settimana una mozione unitaria che chieda il rientro dei soldati da Nassiriya. Prodi, che ieri in pratica si è tuffato nella campagna elettorale apparendo a Firenze insieme a Lilli Gruber candidata ulivista di punta, dovrà ora decidere se e fino a che punto andare ancora più a sinistra, tenendo conto che il «nuovo Ulivo» non può fare a meno dei voti dell'area pacifista. Inoltre sempre Prodi prima di poter dare una posizione deve aspettare che Berlusconi riferisca in Parlamento giovedì sul colloquio che avrà avuto mercoledì negli Usa con Bush. Intanto la Cdl ribadisce che un ritiro immediato otterrebbe solo l'effetto di far piombare l'Iraq nel caos e nella guerra civile. In effetti la sinistra pacifista non si accontenta della «svolta» della Lista Prodi e ieri alza il prezzo richiedendo un incontro all'inizio della settimana per redigere subito la mozione unitaria con la richiesta di ritirare il soldati da Nassiriya. La richiesta è stata avanzata dal leader del Prc Fausto Bertinotti, da Achille Occhetto (che ha fatto una lista con Di Pietro), Pietro Folena (della sinistra Ds), Marco Rizzo (Pdci), Alfonso Pecoraro Scanio (Verdi). Posizione che ha suscitato la reazione di Umberto Ranieri, vicepresidente Ds della commissione Esteri della Camera, secondo il quale «la richiesta di ritiro non convince»; al contrario, secondo l'esponente moderato della Quercia, servirebbe che Berlusconi ponesse a Bush delle condizioni per la permanenza dell'Italia in Iraq, come la formazione di un governo indipendente, una risoluzione Onu che promuova una forza multinazionale di sicurezza, e la punizione dei colpevoli delle torture. Anche il presidente dello Sdi, Enrico Boselli, resiste su posizioni moderate e invitare gli altri della Lista Prodi alla cautela: «Non siamo contrari a ricercare un punto di unità con tutte le forze d'opposizione - ha detto - ma ciò non può avvenire a discapito della chiarezza della nostra impostazione come Lista Prodi nel campo della politica estera». Sempre nell'area del centrosinistra, Anche l'Ap-Udeur di Mastella e Martinazzoli è su posizioni prudenti riguardo al ritiro dall'Iraq. Nella Cdl nel Governo, il ministro degli Esteri Franco Frattini ha insistito sul fatto che un ritiro delle forze pacificatrici dall'Iraq significherebbe che il paese «cadrebbe nella guerra civile» e soprattutto che il piano dell'Inviato dell'Onu, Brahimi, automaticamente morirebbe prima di nascere. Il vice premier Gianfranco Fini ha sottolineato che «la pace non è assenza di conflitto, ma rispetto e libertà», e che i nostri soldati sono in Iraq «a garantire uno spazio, una possibilità di libertà e di futuro per quei popoli». Il leader dell'Udc Marco Follini ironizza su Prodi, dicendo che sembra Catalano (il personaggio di una celebre trasmissione di Renzo Arbore) quando parla dell'Iraq, e dà ragione a Bertinotti quando «canta vittoria». I riformisti dell'Ulivo, secondo Follini, si stanno piegando alla sinistra estrema, e polemicamente auspica che Amato (autore del programma del "listone") voti contro la mozione del centrosinistra. D. T.

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