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Terrorismo nemico di popoli e religioni

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L'Italia non abbassa la guardia. I musulmani: gli attentatori sono solo criminali

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E il dialogo interreligioso come strumento di integrazione, contro ogni forma di emarginazione sociale e il rischio che possa sfociare nel fanatismo religioso. Nella prima giornata dei lavori del consiglio mondiale della World Islamic Call Society, il Ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu, presente l'ex presidente della repubblica Francesco Cossiga, apre i lavori e sostiene le ragioni della collaborazione. E gli esponenti religiosi della Wics, con una chiara e ferma condanna di ogni forma di violenza ed estremismo religioso rispondono positicamente perché il Corano, dicono, professa pace e serenità. E ripudia la violenza. «Il terrorismo - dice Pisanu - è un nemico per tutti i popoli amanti della pace e quindi tutti insieme, ebrei, cristiani e musulmani, dobbiamo combatterlo all'interno delle nostre società e con la più stretta collaborazione tra i nostri paesi». Attualmente, prosegue il ministro, in Italia «non sottovalutiamo alcun segnale negativo, da qualsiasi parte e per qualsiasi via provenga ci prepariamo a fronteggiare nel miglior modo ogni evenienza con il massimo di efficacia». E spiega che «dopo i tragici fatti di Madrid la minaccia terroristica è cresciuta di livello in tutta Europa e anche in Italia». Per questo sono state intensificate tutte le misure di prevenzione necessarie e «da allora - ha precisato - non abbiamo più modificato i dispositivi». Pisanu quindi sottolinea: «Vogliamo dialogare con la comunità religiosa islamica, con l'obiettivo di creare un islam italiano che operi liberamente nel nostro paese. Non vogliamo un islam in Italia, che sia un prodotto di esportazione di questo o altro paese islamico». L'islam italiano al quale pensa il ministro, «è fatto di credenti che coltivano la loro identità nel rispetto delle altre identità e delle nostre leggi e ordinamenti democratici». Cossiga ha dal canto suo osservato che il problema del nostro paese, non è quello «di regolare le quote, ma piuttosto di creare società in cui si rinunci all' idea di assimilare gli altri: integrarli sì, assimilarli no». E la strada per raggiungere questo obiettivo, ha assicurato, è quella del «confronto e del dialogo», che parte dal riconoscimento della spiritualità di ciascuno. Mohamed Ahmed Sherif, segretario generale, lancia a sua volta un appello alla collaborazione e, parlando poi del conflitto in Medio Oriente, invita a riaffermare il ruolo centrale dell'Onu «strumento che non vuole dominare ma mediare». Il presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, Michael Fitzgerald invita sacerdoti e Imam «a lavorare insieme per formare un'opinione pubblica che sia a favore della pace e della giustizia». E il segretario generale dell'Isesco Abdulaziz Altawjiri, ha aggiunge: «È ora di dire una volta per tutte che il terrorismo è opera di criminali che non hanno nulla a che vedere con la nostra religione».

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