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Trasporto aereo, aiuto dalle aziende di Stato

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Finmeccanica potrebbe entrare nelle società di outsourcing; Enel, Sviluppo Italia e Cassa nella ricapitalizzazione

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E molto diverse da loro al termine del nuovo round di incontri (a tutti i livelli: politico, tecnico, sindacale e intersindacale) mentre si va definendo un documento unitario dei sindacati, che affermano di essere pronti a risparmi per 135 milioni di euro. La prima soluzione è quella preferita dall'azienda, piace anche al governo, ma non incontra alcun favore da parte dei rappresentanti dei lavoratori: ricorrere all'outsourcing. Il piano Zanichelli-Bonomi prevede che 2.100 persone lasceranno Alitalia per passare in aziende esterne che continueranno a lavorare nel settore. A questi dipendenti ne vanno aggiunti, sempre nei piani aziendali, altri 2.460 di Alitalia Airport. I sindacati non ne vogliono sapere, perché considerano questa soluzione strutturale e dunque irreversibile. Filt-Cgil e Sult sono fermamente contrarie a dare all'esterno attività e lavoratori. Tuttavia Alitalia sta cercando di ammorbidire queste posizioni calando la carta «aiuto dalle altre aziende di Stato». In sostanza il governo ha contattato Finmeccanica e Alenia chiedendo la disponibilità eventuale ad entrare nelle newco (le nuove società) che andrebbero costituite e alle quali andrebbero poi affidati i servizi di outsourcing. Le aziende di Stato nel capitale garantirebbero i lavoratori sul loro futuro e questa soluzione non incapperebbe nelle maglie dell'Ue. I rappresentanti dei lavoratori, tuttavia, continuano a «preferire» la seconda soluzione: gli esuberi. Quelli indicati nel piano industriale sono 1.100 e riguarderebbero solo il personale di terra. I sindacati sembrerebbero pronti ad accettarli, ma chiedono che vengano gestiti in «maniera non traumatica» e cioè attraverso l'introduzione da parte del governo degli ammortizzatori sociali per il settore aereo. Su questo punto, il governo coinvolgerà nella trattativa anche il ministro del Welfare Roberto Maroni. Anche perché la cifra indicata nel piano industriale appare già superata dalle circostanze: ora si parla di 6.000 esuberi. In campo resta poi la terza ipotesi, quella più traumatica: portare i libri in Tribunale. Più tempo passa, più ad Alitalia non resta molto da sperare. E più si affaccia l'ipotesi di un vero e proprio fallimento. In questo contesto sono anche possibili il commissariamento straordinario e la ricapitalizzazione. L'esecutivo si sta muovendo anche per questa nuova sub-soluzione e anche in questo caso si sta battendo l'unica strada che consentirebbe di realizzare un aiuto di Stato senza che venga considerato tale (e quindi bocciato) dall'Ue: coinvolgere aziende o enti di Stato. Le uniche possibili sarebbero sempre Finmeccanica, oppure Enel, Sviluppo Italia, Cassa Depositi e Prestiti. Per queste ultime due tuttavia, gli ostacoli sono numerosi ma in queste ore a Palazzo Chigi si stanno provando tutte le piste. Esiste poi una quarta ipotesi: un mix di esuberi e outsourcing con la divisione di Alitalia in due e la nascita di due società, Alitalia Servizi e Alitalia Trasporti. «Non illudiamoci, la società può fallire» ha avvertito in mattinata il ministro delle Politiche Comunitarie Rocco Buttiglione mentre il suo collega delle Attività produttive Antonio Marzano è stato ancora più esplicito: «Se non si procede c'è il rischio di liquidazione». La «situazione è grave», ha ribadito il vicepremier Gianfranco Fini. Ma una delle fonti tecniche del governo ieri sera aggiungeva: «Ora si tratta di andare a vedere se veramente tutti vogliono salvare l'azienda o c'è qualcuno che s'è accordato con il nemico». In questo clima più che delicato, piomba la «bomba» di un nuovo sciopero generale che non darebbe più scelta tra le varie opzioni. La Cub trasporto aereo è infatti pronta a indire una nuova astensione dal lavoro, come ha fatto sapere nel pomeriggio con una nota, nella quale dice di rifiutare «con fermezza il ricatto posto con le minacce di fallimento dell'Alitalia». L'organizzazione sindacale ha anche rivolto un appello al presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi,

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