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LAMPEDUSA — Per 24 ore si è temuto il peggio, ma ora sono salvi.

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A bordo del barcone vi erano 15 donne, 3 bambini e una novantina di uomini. Tutti sono ora in discrete condizioni a bordo del mercantile «Cape Faline» che svolge servizio di linea per il trasporto merci tra il porto siciliano di Augusta e quello tunisino di Sfax. L'arrivo del mercantile in Tunisia è previsto oggi alle ore 8. L'ultimo «contatto», prima dell'avvistamento di ieri risaliva all'altra sera, quando un elicottero della Guardia di Finanza ha sorvolato quel barcone fatiscente con una novantina di persone. Una di loro, una ragazza eritrea, aveva telefonato alla sorella che lavora in Italia lanciando un drammatico Sos: «Aiuto, siamo in difficoltà. Fate qualcosa...». Poi l'elicottero si è allontanato per fare rientro alla base, il telefono si è spento e l'imbarcazione è scomparsa nel nulla. Nelle operazioni di soccorso sono state impegnate la Corvetta italiana Driade e tre unità militari della Nato. Ieri a 35 miglia da Lampedusa l'equipaggio di un'aereo ha notato la luce fioca di alcune torce elettriche sbucare tra le onde, e all'improvviso si è materializzato il vascello fantasma. A lanciare l'allarme, nel pomeriggio, era stata una giovane donna eritrea che vive a Ranica, un paese del bergamasco. In seguito da Bergamo sono stati forniti i numeri del cellulare, per la comunicazione diretta fra i soccorritori e l'imbarcazione, che era stato intanto avvistata da un aereo militare Atlantic. Un giallo che si è risolto ieri sera, con l'aggancio del barcone da parte di un mercantile, una nave gasiera e con il salvataggio di tutti, in attesa dell'arrivo in Tunisia.

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