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Prodi e Solbes non sono più imparziali

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Il presidente della commissione Ue oggi è in effetti il capo dell'opposizione al governo Berlusconi

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Professore Brunetta, siamo giunti alla guerra delle stime sui conti pubblici. Chi è più credibile tra il Fondo monetario internazionale e la Commissione europea rappresentata da Pedro Solbes e Romano Prodi che minaccia il cartellino giallo all'Italia? «Tradizionalmente, il Fondo monetario internazionale è un organismo di grande prestigio e di grande credibilità e ha anche una storia analitica, econometrica, statistica e valutativa affidabile. In questo momento, il Fondo è sufficientemente lontano dalle beghe europee e può anche essere considerato neutrale. E da questo punto di vista si può tranquillamente pensare che se l'Fmi dice 2,9% è più credibile». E la Commissione? «Beh, forse conosce meglio i suoi polli e ha in testa un suo "mode" europeo. Proprio per questo può essere fuorviata. Se dovessi esprimere una preferenza in questo momento credo molto di più al Fondo, la situazione dei conti dipende in larga misura dalla congiuntura internazionale che va considerata un fattore esogeno alle politiche economiche dei singoli paesi». Le vicende di Eurostat non hanno influito sulla credibilità delle stime europee? «No, affatto». Come si possono leggere le critiche del Commissario agli affari economici e monetari Solbes? «Il Governo italiano aveva previsto una stima di crescita dell'1,8% per il 2004 e aveva correlato questo tasso di crescita al rapporto tra deficit e Pil del 2,4%. Un limite lontano del 3%. L'Italia avrebbe dovuto essere più virtuosa degli altri paesi che avevano una situazione migliore. Il programma di stabilità (la Finanziaria europea) presentato dall'Italia a novembre era stato approvato senza problemi. La valutazione che viene fatta attualmente dalla Commissione europea per la primavera è legata ad un fattore oggettivo delle previsioni. Questo ha fatto diminuire le aspettative di crescita all'1,2%». L'aggiornamento della Commissione è stato negativo? «L'istanza esecutiva dell'Unione si è dichiarata preoccupata perché in ragione della minor crescita i rapporti dei singoli paesi tra Pil e deficit possono peggiorare. Il dissenso è oggettivo». La Commissione è assolta? «Il dissenso è sullo strumento utilizzato, sull'early warning. La Commissione dice all'Italia che il risanamento è stato fatto con le una-tantum e senza le dovute riforme e si preoccupa del fatto che lo sfondamento del 3% potrebbe avvenire in maniera non virtuosa. Tengo a ricordare che l'Italia ha sempre superato le aspettative negative che si erano create sulle aspettative della sua economia». Pensa che ne usciremo bene? «Penso che nel 2004 resteremo sotto il 3% nonostante la minor crescita perché le riforme strutturali si stanno avvicinando e stanno diminuendo le una-tantum. Tremonti è convinto che il "cartellino giallo" viene ventilato per ragioni politiche. Del resto, Solbes è già un ministro socialista nel governo del Psoe e al prossimo Ecofin parteciperà in veste di ministro dell'economia. La situazione di Prodi è peggiore perché oggi lui è il capo dell'opposizione. Non sono più super partes. La differenza delle stime sul rapporto deficit-Pil è bassissima, di pochi decimali». Solbes ha sbagliato in passato a chiedere l'intervento della Corte di giustizia Ue contro chi violava il Patto di stabilità? «La responsabilità di questa scelta è di Prodi. Io l'ho criticato molto per questo. Le questioni politiche non si dirimono con il ricorso alla magistratura».

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