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IL MINISTRO del Welfare Roberto Maroni che rilancia una riforma fiscale a «misura di famiglia», con il ...

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Il dibattito sulla riduzione delle tasse prosegue, così come il lavoro dei tecnici del ministero dell' Economia. Per ora il ventaglio di ipotesi rimane molto ampio: dalla riduzione delle aliquote a due subito o entro il 2006 alla maggiorazione degli sgravi per le famiglie numerose, dall' eliminazione delle due aliquote più alte (dal 45% e 39% dovrebbero passare al 33%) ad un ampliamento della no tax area a 10.000 euro. Al contempo prosegue il lavoro sull'individuazione delle risorse perchè l'annunciata riforma dovrà tenere conto dei paletti di Maastricht, tanto più che i conti pubblici italiani sono sotto stretta sorveglianza di Bruxelles. La strada del reperimento dei fondi, anche se la più complessa, sembra tracciata. Al vaglio ci sono le decine e decine di agevolazioni e di trasferimenti sul territorio. Limature allo studio anche per la spesa della pubblica amministrazione e per gli investimenti per le grandi opere. Resta tutta da vedere la strada da percorrere per arrivare alla riforma fiscale a regime con le due aliquote al 23 e 33%. La delega fiscale prevede la trasformazione delle detrazioni in deduzioni e l'ampliamento degli sgravi. Tra le ipotesi figurano quelle che puntano ad un alleggerimento del carico per le famiglie numerose e quelle monoreddito. Ma in questo caso il problema è nelle risorse perchè i 6 miliardi non sarebbero sufficienti per ipotesi di rilievo. Il ministro del Welfare Roberto Maroni è tornato a parlare della possibile introduzione del «quoziente familiare». «Con questo - ha spiegato - intendo un intervento fiscale che premi le famiglie più numerose. Faccio un esempio: chi ha un reddito di 50 mila euro ed è single, e chi ha un reddito di 50 mila euro ma è sposato e ha tre figli, non può essere soggetto agli stessi criteri. Con il quoziente fiscale, si introdurrebbe una regola che riteniamo più equa». Un aiuto ai redditi più bassi potrebbe arrivare dall'ampliamento della no tax area. L'eliminazione irap costerebbe 32,5 mld. Resta infatti una tassa contestata soprattutto dalla Lega e Maroni è tornato a sottolineare che bisogna lavorare per ridurre «o eliminare» questa imposta.

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