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Ma è già pronto il «decreto scaccia-crisi»

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Sono infatti tre i passaggi che sono stati fissati dal documento approvato dai leader della Cdl. Primo, «sarà riorganizzato e potenziato il dipartimento affari economici presso la presidenza del Consiglio, anche utilizzando i dati forniti in tempo reale dalla Ragioneria generale dello Stato». Secondo, «la relativa delega al dipartimento viene assegnata al vicepresidente del Consiglio», quindi a Fini. E qui sono dolori per Tremonti: questi primi due punti sono il motivo dello scontro tra i due. Poi c'è il terzo punto: «Con apposita norma di legge la presidenza del Cipe viene resa delegabile esclusivamente» a Fini. E anche qui ci sono problemi. Ma procediamo con ordine. Tremonti teme che il dipartimento da potenziare divenga troppo forte al punto da metterlo in difficoltà. Esagera ma non ha tutti i torti. Il Dpcm (decreto del presidente del Consiglio) che assegna i poteri a Fini è già pronto e dà al dipartimento non solo il ruolo di ufficio studi, ma anche di coordinamento dei ministeri e la facoltà di istruire i provvedimenti. In pratica, avrebbe la forza degli uffici legislativi dei ministeri: coordina, controlla la regolarità e dà l'ok per l'approvazione o rispedisce indietro per maggiori chiarimenti. Ecco, Tremonti teme che il dipartimento diventi un contraltare del suo dicastero e lo metta in difficoltà: la sua è un'impuntatura. Berlusconi media, cerca di convincerlo. Frattanto il decreto è pronto e ieri è stato fatto circolare in consiglio dei ministri prima dell'inizio della seduta, se n'è parlato in via informale. Per An va bene, ma ieri Tremonti per l'ennesima volta ha avuto da ridire. E questo nuovo irrigidimento, poco giustificabile, ha dato fastidio a Berlusconi che ha deciso di andare in conferenza stampa a render noto quel lamento da poppante. C'è poi il capitolo Cipe. Qui si è più in alto mare. «Con una norma di legge» significa che si potrebbe inserire anche in un decreto legge in discussione con un emendamento in Parlamento. Ma su questa soluzione più di un tecnico si è detto contrario. Si pensa allora ad un provvedimento ad hoc, ma quale? Su questa domanda si interrogano gli esperti da settimane. Ma stavolta Fini s'è convinto che è la burocrazia che frena. Stavolta. F. D. O.

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